Aborti al minimo da 40 anniSi ricorre sempre più allacontraccezione d'emergenza

Interruzioni al di sotto dei 90mila casi Resta alto il dato tra donne straniere

A quasi quarant’anni dall’entrata in vigore della legge 194, quella sull’interruzione volontaria di gravidanza, lo scorso anno si è registrato un forte calo nel numero degli aborti, scesi per la prima volta sotto i 90mila: il 3,1% in meno rispetto all’anno precedente.

Questo dato, fornito dalla Relazione annuale del Ministero della Salute, è in linea con una progressiva diminuzione in atto sin dalla fine degli anni ottanta. L’Italia infatti, secondo l’Istat, è uno dei Paesi dell’Unione Europea con il più basso livello di abortività volontaria. I dati riportati dalle Nazioni Unite mostrano che livelli inferiori a quelli dell’Italia si registrano solo in Austria (il cui dato però risulta fermo al 2000), Germania e Grecia. I valori più̀ elevati si riferiscono a quasi tutti i Paesi dell’Est Europa, con l’eccezione della Svezia.

La diminuzione ha interessato tutte le classi di età, con l’esclusione delle ragazze minorenni (dai 15 ai 17 anni), il cui dato rimane invece stabile con circa 4 donne su 1000 che decidono di interrompere una gravidanza.

Alla diminuzione degli aborti fa da contraltare l’utilizzo della “pillola dei cinque giorni dopo” (a base di ulipristal acetato), complice la decisione dell’Aifa dello scorso anno di eliminare l’obbligo della ricetta medica per le maggiorenni. A marzo di quest’anno, il boom della vendita del farmaco ha fatto sì che il senatore di Area Popolare Giuseppe Mariniello presentasse un’interrogazione parlamentare al Ministero della Salute.

“I dati sull’utilizzo della pillola dei cinque giorni dopo raccolti recentemente da Federfarma – scrive il rappresentante di Area popolare – destano scalpore per le dimensioni assunte dal fenomeno: le vendite nel 2016 sono cresciute del 96% in dieci mesi e rispetto al 2014 sono aumentate di quindici volte”. Federfarma però, in una nota, ha fatto sapere che l’incremento c’è stato, complice la liberalizzazione della pillola, ma non della portata sostenuta dal senatore, bensì del 24% sul totale della contraccezione d’emergenza (quindi compresa la pillola Norlevo, quella del giorno dopo).

Le donne straniere presentano livelli di abortività molto più elevati delle donne italiane e sono mediamente di due anni più giovani: le prime hanno un’età media di ricorso all’aborto volontario pari a circa 29 anni, le seconde di 31. Tra i gruppi più numerosi di stranieri residenti in Italia, il tasso di abortività è più elevato per le donne cinesi (30 casi di interruzione per 1.000 donne cinesi di età 15-49 anni), seguite da rumene (22,7), albanesi (16,6) e marocchine (16,2).

Giulia Torlone

Aquilana di nascita, si è laureata in Italianistica e vive a Firenze. Ha lavorato nel settore della cooperazione internazionale occupandosi di ufficio stampa. Redattrice su temi di diritto alla cittadinanza e giustizia sociale, ha concentrato il suo lavoro sui Paesi del bacino del Mediterraneo.