Alcuni taxi all'uscita della stazione Termini a Roma, 22 febbraio 2017. ANSA / ETTORE FERRARI

Aperto tavolo tecnico con Ministero e tassisti-Nccper regolare il servizio

Escluse le Associazioni dei consumatori e la multinazionale Uber

È iniziato oggi il primo tavolo tecnico al ministero dei Trasporti sulla nuova legge di regolamentazione del servizio pubblico di mobilità urbana. Presenti i rappresentanti dei taxi e degli Ncc. Fuori dalla sede si è già riunito un piccolo presidio, composto da una trentina di tassisti.

Le associazioni sindacali rappresentative del settore taxi, incontratesi ieri presso la sede del 3570, hanno posto un veto: chiedono che il governo «si impegni a non accogliere gli emendamenti contenuti nel ddl concorrenza», e che li sostituisca con «una proposta di legge delega che riconosca le principali funzioni di servizio pubblico svolto dai taxi». Queste le condizioni indispensabili per permettere l’incontro odierno o altrimenti si replicheranno episodi di mobilitazione simili a quelli di martedì scorso.

Esclusa dal tavolo di oggi, organizzato dal ministro Graziano Delrio, l’Associazione dei consumatori. «Nella legge quadro del 1992 ci sono le associazioni di consumatori – dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori -. L’art. 4, ad esempio, prevede esplicitamente che presso le regioni ed i comuni siano costituite commissioni consultive nelle quali deve essere riconosciuto un ruolo adeguato alle associazioni degli utenti. Eppure non siamo stati invitati al tavolo da Delrio». Cercando di comprendere il motivo della sua assenza, Dona aggiunge: «È assurdo non convocare anche chi rappresenta i servizi tecnologici per la mobilità. Evidentemente il governo non mira ad una legge moderna che apra alla concorrenza e ad un miglioramento del servizio, ma solo a dirimere il conflitto tra i 40mila tassisti e gli 80mila noleggiatori dopo le modifiche del 2008».

Anche Uber non sarà presente al dibattito. «Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha promesso di arrivare a una riforma entro trenta giorni – ha detto il general manager della sezione Italia, Carlo Tursi-. Quindi a questo punto è importante che il governo ascolti tutte le parti in causa, ovviamente taxi e Ncc, ma anche i consumatori e chi nel settore della mobilità è entrato negli ultimi venticinque anni. Ricordiamo che il settore attende una riforma dall’epoca, comprese le piattaforme elettroniche e quindi, anche Uber».

Marina Lanzone

Nata a Monopoli (Ba) il 17 febbraio 1993. Laureata in Lettere all'Università di Bari, ha iniziato a collaborare con una testata on-line. Nel 2016 ha frequentato un Master in giornalismo semestrale che le ha offerto l’opportunità di fare uno stage presso la sede romana del Tg5. Appassionata di teatro e cinema ma anche costume e società ha iniziato il secondo master in giornalismo presso la Lumsa per mettersi in gioco e diventare una giornalista multitasking.