Banche, caso Etruriala Consob ammette"Taciuti rischi e anomalie"

Lo afferma il vice dg D'Agostino davanti alla commissione d'inchiesta

Banca Etruria nel 2012-2013 “ha operato e sollecitato il pubblico risparmio attraverso offerte, in assenza di un quadro informativo corretto sulla reale situazione di criticità in cui si trovava. Le operazioni per complessivi 320 milioni di euro sono state effettuate tacendo criticità e anomalie”. Lo ha affermato poco fa il vice dg della Consob Giuseppe D’Agostino alla Commissione d’inchiesta sulle banche, le cui audizioni procedono a ritmo serrato per fare luce sul fallimento di quattro istituti di credito.

Ieri è toccato a Gianni Zonin, ex presidente della Popolare di Vicenza, il cui crac ha azzerato il patrimonio di 120 mila azionisti, che avevano affidato alla banca i risparmi di una vita sottoscrivendo obbligazioni senza essere messi al corrente dei rischi reali. “I motivi del crac sono molti, il principale sono i 10 anni di crisi economica. Ho perso anch’io dei soldi”, ha dichiarato Zonin, per il quale i pm hanno chiesto il processo, dopo due anni di indagine, insieme ad altri sei ex dirigenti dell’istituto vicentino. “In 19 anni non ho mai partecipato ai comitati esecutivi. Venni a conoscenza delle operazioni ‘baciate’ solo a maggio del 2015, quando mi convocò a Milano il capo degli ispettori Bce”.

Il numero uno della Popolare, che ha parlato per quasi tre ore, pur tra molti “non ricordo” e un po’ di confusione, ha spiegato: “Non abbiamo mai ricevuto ordini dalla Banca d’Italia” per acquistare Banca Etruria (che diede una risposta negativa all’offerta pubblica di acquisto dell’istituto vicentino) “né ho mai incontrato il sottosegretario Maria Elena Boschi o suo padre Pier Luigi”. Quanto al possibile matrimonio, poi fallito, con Veneto Banca, anche su questo fronte Zonin ha smentito le pressioni di Bankitalia, pur confermando di aver incontrato, il 27 dicembre 2014, il presidente dell’istituto Flavio Trinca. “Il discorso sull’aggregazione durò cinque minuti, poi capii che non c’era volontà dall’altra parte”.

Dino Cardarelli

Trentatrè anni, marsicano, laureato in Comunicazione all’Università di Teramo, città in cui muove i primi passi nel giornalismo, collaborando con testate cartacee ed online locali. Pubblicista dal 2009, iscritto nell’Ordine abruzzese, vuole continuare ad inseguire il suo sogno: realizzarsi come cronista sportivo.