Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in aula al Senato durante le comunicazioni in vista del Consiglio Europeo del 14 e 15 dicembre, Roma, 12 dicembre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Il biotestamento è legge Approvato il provvedimento180 voti a favore, 71 contro

Il testo prevede le disposizioni di trattamento e un fiduciario

L’Italia ha una legge che consente ai malati di decidere dei momenti finali della propria vita, rifiutando le cure. È stato approvato in Senato al provvedimento sul biotestamento. I sì sono stati 180, 71 i no e sei astenuti. Dopo l’approvazione si è levato un lungo applauso in Aula.

Il testo. Il disegno di legge, proposto dai deputati Brignone, Civati, Andrea Maestri, Pastorino e Mattarelli, prevede la creazione delle “dat”, le disposizioni anticipate di trattamento. Le “dat” potranno essere affidate a una persona di fiducia, se il paziente non è più in grado di decidere cosa sia meglio per lui. In questo caso si verrebbe a creare un patto medico-malato, che la legge declina senza possibilità di replica. Inoltre, nessun trattamento può essere iniziato senza il «consenso libero e informato della persona interessata».

Il voto. I deputati sono stati fin da subito compatti nel votare a favore, anche per via delle divisioni all’interno delle opposizioni. La base cattolica infatti era frammentata. I democratici avevano annunciato voto positivo, dicendo chiaramente che il disegno di legge evita l’accanimento terapeutico. Dalla Conferenza episcopale nessun monito ufficiale e nessuna voglia di fare battaglie di piazza.

Avvenire, quotidiano dei vescovi, nei giorni scorsi si era detto contrario ritenendo l’alleanza medico-paziente conflittuale, e in favore dell’ostruzionismo erano rimasti solo i sostenitori del Family day. Già si erano defilati infatti altre componenti, come il Movimento per la Vita, che aveva rifiutato ogni tipo di manifestazione. Le parole di Papa Francesco, che un mese fa all’Università Pontificia («evitare l’accanimento terapeutico non è eutanasia») hanno fatto cambiare idea a molti cattolici, incoraggiando i promotori del testo.

 

Fabio Simonelli

Nato a Varese il 5/10/1993, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in lettere moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Parla correttamente quattro lingue, e nel 2016 ha completato la sua formazione con un’esperienza all’estero alla UBA (Universidad de Buenos Aires).