Brucellosi su carne e lattesequestrato laboratorioa Caserta 68 indagati

Controlli illeciti prima dell'Asl Prodotti finivano anche all'estero

Carni di bufala infette da brucellosi. Latte proveniente dagli stessi capi usato per la produzione di mozzarella. È quanto emerso dall’indagine dei carabinieri del Nas di Caserta su un laboratorio privato di Mondragone. L’impianto effettuava illecitamente esami sugli animali, permettendo di scoprire se i bovini fossero affetti da brucellosi, prima che arrivassero gli ispettori dell’ Asl. In questo modo gli allevatori potevano mandare al macello le bufale, senza che l’infezione si propagasse nelle stalle. Sessantotto gli indagati, tra gestori del laboratori e clienti.

Il Nas stava investigando dal 2013, in concomitanza del monitoraggio straordinario per il vaccino RB-51 anti brucellosi, voluto dal Ministero della Sanità, e condotto dalla polizia veterinaria. L’infezione, che i bovini eliminano con il latte, può essere trasmessa anche all’uomo. Provoca infatti febbre, mal di testa, mal di schiena e debolezza, anche di carattere cronico.

La struttura è stata posta sotto sequestro su disposizione del Gip di Santa Maria Capua a Vetere, Nicoletta Campanaro. Le motivazioni della scelta in una sua nota. «In linea generale l’esposizione ad animali infetti e ai loro derivati comporta solo un rischio professionale per gli operatori del settore, poiché la pastorizzazione del latte e la cottura delle carmi sono sufficienti per distruggere il batterio della brucella -scrive la Campanaro- tuttavia il pericolo di contaminazione incrociata, cosiddetta secondaria, di altri alimenti, che in qualche modo sarebbero potuti venire a contatto con quelli potenzialmente infetti costituiva, nella fattispecie, un’ ulteriore minaccia per la salute pubblica». La maggiori preoccupazioni infatti riguardano i prodotti. Sebbene infatti non ci siano casi accertati, le mozzarelle e la carne provenienti da questi animali veniva esportata in tutta Italia e all’estero.

Getta acqua sul fuoco Pier Maria saccani, il direttore del consorzio di tutela della mozzarella di bufala dop. «Il potere sanzionatorio verso quegli operatori del settore che violano le regole non appartiene a noi -spiega Saccani- ma al Ministero della Politiche Agricole, che è il solo ad avere il potere di togliere il logo del Consorzio»

Per quanto ci riguarda -aggiunge- posso solo dire che il comparto è super controllato grazie all’Istituto Zooprofilattico di Portici e all’Icqrf (Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) del Ministero.Il batterio muore con la pastorizzazione o con la cottura della carne quindi non c’è pericolo per il consumatore finale»

Fabio Simonelli

Nato a Varese il 5/10/1993, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in lettere moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Parla correttamente quattro lingue, e nel 2016 ha completato la sua formazione con un’esperienza all’estero alla UBA (Universidad de Buenos Aires).