Il processo di espansione delle onde sismiche nel terremoto delle 11:14 del 18 gennaio nell'Aquilano, in un'immagine dall'animazione realizzata dall'Ingv. Roma, 19 gennaio 2017. ANSA/ INGV +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY +++

"Conosciamo le fagliema non sappiamoquando si attiveranno"

Lumsanews intervista l'esperto dell'Ingv Alberto Michelini

Un primo terremoto con una magnitudo locale 5.3, seguito nell’arco di un’ora da altre due scosse importanti e da un’altra ancora nel primo pomeriggio di magnitudo 5. La sequenza sismica che ha colpito il Centro Italia sembra infinita. Abbiamo chiesto al sismologo dell’Ingv Alberto Michelini cosa stia succedendo.

Cosa sta accadendo in questo momento?

«Si è attivata una faglia che corrisponde alla zona di Campotosto nei pressi di Montereale. Questa era già stata attivata in occasione del terremoto dell’Aquila del 2009, almeno parzialmente, e la struttura su cui si è verificato quel terremoto è coincidente o molto vicina a quella del 2009. Il tipo di meccanismo è identico a quello dei terremoti precedenti della sequenza che è iniziata il 24 agosto, quindi  consistente in un regime che noi definiamo estensionale per quanto la zona perpendicolare all’asse nord-est sud-ovest degli Appennini. Si tratta comunque di terremoti che noi definiamo “moderati”, nel senso che non sono particolarmente forti anche se sicuramente vengono risentiti in maniera importante.»

Esiste un collegamento tra questi terremoti “in serie”?

«Fa parte di una sequenza iniziata il 24 agosto e adesso si sta sviluppando più verso la parte meridionale. Noi, anche per semplicità, la assimiliamo alla sequenza di agosto. Ci sono delle caratteristiche temporali per cui è abbastanza semplice associarla, ma questo segmento di 12 per 6 km di lunghezza poteva comunque rimanere silente ancora e poter riattivarsi in qualsiasi momento, come quello che è successo che è stato attivato adesso. Il sistema delle falde che ci sono in Appennino è molto complesso. Se da una parte abbiamo una buona comprensione delle zone e delle faglie presenti, dall’altra lato non abbiamo alcuna concezione temporale di quando una determinata faglia può innescarsi. L’orizzonte temporale è difficile, praticamente impossibile.

Possiamo parlare di una situazione senza precedenti?

Per noi ogni terremoto ha delle differenze dagli altri, ognuno ha delle sue caratteristiche. Non ci sono dubbi che ci siano chiaramente delle similitudini. In prima istanza ci sono tantissime similitudini, ma ciascun terremoto ha una propria storia per quanto riguarda la consecutio temporale e lo sviluppo di come si propaga la rottura sulla faglia, che è impossibile da prevedere. Il fatto che siano successi quattro eventi nell’arco di poche ore, e tutti sopra i 5, non è una cosa che non è mai successa: in Emilia erano successi addirittura 5 terremoti di magnitudo superiore a 5 in poche ore. Quindi non è un fatto totalmente nuovo,  purtroppo il problema è complesso.

Che cosa dobbiamo aspettarci ora? Che evoluzione potrà avere questa sequenza sismica?

La sequenza sismica, come tutte le sequenze avrà una fine, ma in questo momento non sappiamo dire quando, se terminerà tra qualche settimana o se addirittura non possiamo escludere che si verifichino altri eventi come o superiori a quelli che si sono verificati. Fare delle previsioni è molto difficile, ma quello che noi sappiamo è che presto o tardi una sequenza termina. Ci auguriamo che stia volgendo verso la fine. Teniamo presente infine che il magnitudo 5.5 dell’altro ieri è comunque un punto di magnitudo inferiore al 6.5 dello scorso 30 ottobre. In termini di energia elastica liberata significa poco più di 30 volte, rispetto a quello di Norcia, decisamente molto inferiore.

L’Italia si sta muovendo per effettuare un piano di adeguamento sismico?

C’è una normativa antisismica, con un piano di pericolosità, che impone che se un edificio cade venga ricostruiti secondo determinati canoni. Se per la ricostruzione delle case nuove in territori sismici si utilizzeranno i criteri antisismici dettati dalla normativa, se non tranquillissimo io starei molto tranquillo.

Davide Di Bello

E’ nato a Roma il 17/07/1991, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in scienze della comunicazione all’Università “Roma Tre”. Ama il giornalismo, il cinema e la fotografia; lo animano il piacere della scoperta e la voglia di rendersi utile. Dal 2016 è entrato a far parte della redazione di Lumsanews.it