+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ Roberto Spada (d), in una foto tratta dal suo profilo Facebook, con Luca Marsella, candidato alla presidenza del municipio di Ostia per Casapound al quale ha espresso appoggio durante la campagna elettorale. Roma, 8 novembre 2017. FACEBOOK

Il cuore nero di OstiaCosì il clan Spadaha conquistato la città

Estorsioni, racket, droga e la sintonia con Casapound

Ostia conta quasi 250mila abitanti. Decimo municipio di Roma, una città nella città. Quarant’anni fa, il 2 novembre, alle otto i capocronisti svegliarono i redattori: vai a Ostia, è morto Pasolini. Poi c’è l’Ostia di oggi: “Dove lo Stato, la politica, la pubblica amministrazione, sono un simulacro” scrive Carlo Bonini oggi su Repubblica. “Il Mondo di sotto si è mangiato da un pezzo di quello di mezzo e di quello di sopra”.

Ostia è l’unico municipio di Roma sciolto per illegalità. Un territorio controllato da due organizzazioni. La più importante è quella di Carmine Fasciani, che guidava il suo clan anche dalla clinica dove scontava gli arresti, alleato con il napoletano Michele Senese. I loro complici-rivali erano i siciliani Triassi, messi da parte negli scorsi anni dalla brutale ascesa degli Spada. Lo scrivono i giudici, lo sanno i residenti del quartiere. La città è raccontata nelle cronache giudiziarie dove Sebastiano Cassia, il primo pentito della nuova mafia romana, descrive l’industria delle estorsioni, che sono diventate il sistema per lo sviluppo imprenditoriale dei nuovi boss: “I Fasciani subentrano nelle attività economiche di Ostia costringendo i titolari a cedere le aziende, chi si rifiuta viene pestato a sangue. Più che riscuotere il pizzo cercano di mettere ‘sotto botta’ le vittime, per poi prendersi le loro attività: non gli interessa incassare 500 euro al mese, a loro interessa l’attività commerciale. Perché i Fasciani con tutti i soldi che hanno potrebbero pure fare a meno di chiedere il pizzo, ma lo fanno ad Ostia per ricordare a tutti il loro ‘titolo mafioso’”.

A Ostia Nuova, invece, a comandare sono gli Spada, tra l’Idroscalo di pasoliniana memoria, il porto turistico sotto amministrazione controllata e i chioschi sul lungomare Duca degli Abruzzi. Qui il motore di tutto resta la droga. “Gli Spada prendono la roba dai Fasciani e la rivendono, anche nella zona di Tor Bella Monaca: la spacciano a tutti quelli che la richiedono, anche al primo che viene. I Fasciani no: loro hanno i clienti fissi e la vendono solo a quelli che conoscono” racconta Cassia.

Tra i Fasciani e gli Spada vige una “pax mafiosa”: non si uccide più, non si gambizza. Come scrive su L’Espresso Lirio Abbate: “Non si fanno la guerra perché con la guerra che succede? Scateni le guardie e non lavori più. Ti attaccano perché se hai beni te li sequestrano, invece così se c’è una pace nessuno ti fa niente”. Ma non finisce qui: Ostia resta una città dove le estorsioni sono la quotidianità. Il pizzo, lo chiamerebbero in Sicilia. Un anno fa il titolare di una ricevitoria di Ostia si è rivolto alla polizia, denunciando le pretese di due uomini degli Spada: volevano centomila euro. Gli agenti li hanno intercettati e ammanettati mentre incassavano il pizzo.

Negli anni è nata anche una sintonia tra Roberto Spada, fratello di Carmine detto “Romoletto”, ritenuto dall’antimafia di Roma il capo del clan, e i militanti di CasaPound. I contatti con i fascisti del nuovo millennio risalgono all’anno scorso. Titolo dell’iniziativa: “Giovinezza in piazza”, promossa dal movimento di Iannone e dalla scuola di danza della moglie del fratello del boss.

Le foto che ritraevano Spada con i referenti locali di CasaPound innescarono polemiche politiche, ma a distanza di tempo i rapporti non si sono interrotti. Anzi, stando ai commenti pubblicati su Facebook, pare l’amicizia sia reciproca. L’ultimo contatto a fine giugno, quando Carlotta Chiaraluce, alter ego del responsabile del litorale romano Luca Marsella, candidato alle comunali, sulla pagina di Roberto Spada ha scritto: «Ro’ più tardi passiamo», riferendosi a una grigliata in spiaggia organizzata da Spada, che vanta tra gli amici anche altri militanti dell’organizzazione di Iannone. Lo stesso Roberto Spada sui social si schiera sulle posizioni del movimento dell’estrema destra. È contrario allo Ius soli, vorrebbe chiudere le frontiere. E condivide lo slogan “Prima gli italiani”. Tolleranza zero.

 

Simone Alliva

Laureato all'università Lumsa di Roma in Scienze dell’informazione, comunicazione e marketing, ha iniziato la professione da giornalista pubblicista nei giornali locali della Calabria. Passando nel 2013 al settimanale “L’Espresso”, dove si è occupato di cronaca politica e diritti civili.