epaselect epa05760312 A young girl holds a sign during a protest against President Trump's ban on the immigration of citizens from seven majority-Muslim countries in Battery Park in New York, New York, USA, 29 January 2017. On 28 January, a federal judge in Brooklyn temporary blocked the executive ban, which had stranded as many as 200 inbound foreigners at U.S. ports of entry. EPA/PETER FOLEY

Usa, decreto anti-immigrati continua la battaglia legale oggi l'udienza della Corte

Ricorso anche dei big di Silicon Valley in tutto il paese continuano le proteste

“Ripristinare immediatamente il bando sugli ingressi negli Stati Uniti, da questo provvedimento dipende la sicurezza nazionale.” Questa la richiesta che l’amministrazione Trump ha presentato ai giudici della Corte d’appello di San Francisco, che dovrà decidere sul decreto anti-immigrazione che vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana.

Un’udienza è fissata per questa sera, quando verranno ascoltati i legali del Dipartimento di giustizia, che hanno presentato una memoria difensiva del provvedimento, e quelli degli stati di Washington e Minnesota, che hanno intentato la causa contro il divieto.

Ma la decisione di Trump non piace neanche ai big del web. Infatti, nei giorni scorsi, un centinaio di aziende avevano presentato un documento contro il decreto, spiegando che “è un gravissimo danno per le compagnie”, poiché in queste lavorano moltissimi immigrati con la Carta Verde.

Dal canto loro gli avvocati del dipartimento di Giustizia sottolineano che il provvedimento non prende di mira i musulmani, ma è volto a proteggere i cittadini da possibili minacce. Una volta che la Corte d’appello avrà deciso, entrambe le parti potranno impugnare la sentenza davanti alla Corte Suprema.