I banchi vuoti dei senatori del M5S durante la discussione generale prima del voto di fiducia al Governo Gentiloni nell'Aula del Senato, Roma, 14 dicembre 2016. ANSA/GIORGIO ONORATI

Fiducia al Senato, da 166 a 172 i Sì previsti
Salvini: «M5S troppo di sinistra»

In corso la discussione a palazzo Madama
Il leader delle Lega apre a Berlusconi e Meloni

Dopo la fiducia alla Camera con 368 Sì e 105 voti contrari, è la volta del Senato. Alle 9:30 è stato dato il via ai lavori con la discussione sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, che interverrà nuovamente alle 13. Paolo Gentiloni ha parlato affiancato da alcuni dei principali ministri del nuovo esecutivo.

La prima “chiama” dei senatori è prevista per le 15 dopo le dichiarazioni di voto.

Nonostante i numeri al Senato siano inferiori, non ci sono dubbi sulla fiducia a questo “governo della responsabilità”, che come ha ricordato ieri durante la discussione alla Camera il neo premier, gode ancora della «maggioranza che ha sostenuto il governo precedente, maggioranza che non ha perso». La continuità con il governo Renzi è per lui un punto di forza. Le previsioni in casa PD parlano di una forbice da 166 a 172 voti favorevoli.

Ma se la fiducia non sarà un problema, è certo che il percorso successivo sia tutto in salita, dopo che anche 18 senatori di Ala, il gruppo di Denis Verdini, hanno voltato le spalle al nuovo premier.

Vuoti anche oggi i banchi di M5s e Lega. Ma per loro ancora nessuna alleanza in vista: «Prendo atto che su tutti i temi più importanti, come immigrazione, Europa, rapporti con l’Islam fino alle unioni gay, loro hanno posizioni assolutamente di sinistra – ha detto Matteo Salvini, leader della Lega in un’intervista su Panorama in vendita da domani -. Sono per l’accoglienza indiscriminata. E addirittura all’Europarlamento hanno votato per il re-inserimento sociale dei ‘foreign fighters‘ islamici. Figuriamoci. Che accordo ci puoi fare?». Compatto invece il centro destra: «Mi sento ogni giorno con Giorgia Meloni, Giovanni Toti, Raffaele Fitto, e ho appena parlato a lungo con Silvio Berlusconi –ha aggiunto Salvini -. La squadra c’è. Ma non dobbiamo ripetere gli errori del passato. Basta con gli Alfano, i Casini, i Cicchitto…».

Marina Lanzone

Nata a Monopoli (Ba) il 17 febbraio 1993. Laureata in Lettere all'Università di Bari, ha iniziato a collaborare con una testata on-line. Nel 2016 ha frequentato un Master in giornalismo semestrale che le ha offerto l’opportunità di fare uno stage presso la sede romana del Tg5. Appassionata di teatro e cinema ma anche costume e società ha iniziato il secondo master in giornalismo presso la Lumsa per mettersi in gioco e diventare una giornalista multitasking.