Il giorno dei defunti
tra commemorazione
e tradizioni popolari

Il 2 novembre è una data speciale
In tante regioni si celebra anche con i dolci

Il 2 novembre è il giorno della commemorazione dei defunti per la Chiesa Cattolica, una ricorrenza durante la quale ci si reca al cimitero per omaggiare i propri cari. L’idea di commemorare i defunti nacque ispirandosi ad un rito bizantino, che celebrava tutti i morti il sabato precedente alla domenica di Sessagesima. Nella Chiesa Cattolica, fu Papa Gregorio II nell’835 a fissare tale commemorazione per il 2 novembre, dopo un tempo di preghiera in suffragio dei defunti della durata di nove giorni: la novena dei morti.

Negli anni tale commemorazione si è colorata di alcune tradizioni popolari, che la rendono particolare a seconda del luogo che si prende in considerazione. In Messico, ad esempio, nelle case viene preparato il cosiddetto altare dei morti: alcune immagini del defunto, una croce, un arco e dell’incenso, per accogliere il defunto, che torna a trovare i propri cari in quel giorno speciale. In altri paesi dell’America Latina si dà inizio a festeggiamenti che si protraggono per giorni e si rifanno alle tradizioni precolombiane.

In Italia esistono molteplici tradizioni regionali a tal proposito. In diverse località è usanza preparare per l’occasione  i cosiddetti “dolci dei morti”, dolciumi tipici per celebrare la giornata. In Sicilia, essi prendono il nome di Ossa dei morti: biscotti di marzapane, spesso aromatizzati alla mandorla, che raffigurano proprio delle ossa, o le figure per intero di defunti all’interno dei loculi. Nella stessa regione, inoltre, durante la notte precedente si crea una sorta di fibrillazione nei bambini, dal momento che la credenza vuole che la notte di Ognissanti i defunti della famiglia visitino le famiglie, nascondendo regali e dolciumi nelle case. A Treviso, invece, per celebrare i defunti si cucinano i “morti vivi”, ovvero delle particolari focacce dolci. Nel salernitano, invece, presso il cimitero di Castel San Giorgio si pongono delle corone bianche sulle tombe dei bambini morti prematuramente, prima di organizzare davanti alla chiesa cittadina un concerto di musica sacra. In altri paesi della Calabria e nella provincia di Massa Carrara, le famiglie mandano ai loro morti il cibo preferito attraverso i disperati: lo preparano al mattino, per offrirlo al primo povero che passa davanti alla loro casa.

Il “giorno dei morti” rappresenta perciò un po’ ovunque un’occasione per rafforzare il concetto di famiglia, unendosi nei ricordi dei defunti e realizzando il picco massimo della corrispondenza di amorosi sensi di Foscoliana memoria.

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.