Gli U2 celebrati dal mondoun classico lungo trent'anniThe Joshua Tree, disco-icona

Il 9 marzo del 1987 album cruciale che trasformò gli U2 in Rockstar

Dalle uggiose strade di Dublino ai deserti dell’Etiopia. Questo è il viaggio che Bono Vox, David Howell Evans, Adam Clayton e Larry Mullen Jr., conosciuti al mondo come U2, hanno compiuto con The Joshua Tree, il loro quinto disco. Oggi, il loro album più celebre compie 30 anni. Nella carriera della band irlandese The Joshua Tree rappresenta un passaggio fondamentale: fin dagli esordi la formazione dublinese dava grande risalto alle questioni civili: In Sunday Bloody Sunday, Bono Vox affrontava la questione irlandese mentre in New Year’s Day, gli U2 attaccavano la stretta autoritaria degli allora regimi comunisti dell’est europa. Una poetica quindi, che non risparmiava giudizi severi sulla realtà politica che la band affrontava. Con l’uscita di questo album gli U2 iniziano a perdere la loro vocazione civile, per tendere all’abbraccio di una poetica più americana e più evocativa: nello stesso album convivono sia Bullet the Blue Sky —il racconto di due viaggi in El Salvador e in Nicaragua. La canzone esprime rabbia per la politica estera tenuta dagli USA durante l’amministrazione Reagan in molti stati dell’America Centrale basata sull’embargo economico e sul finanziamento di gruppi paramilitari per destabilizzare tali paesi attraverso guerre civili- sia With or Without You — una delle canzoni di maggior successo della formazione, una ballata che racconta la fine dolorosa di una storia d’amore ed una riflessione sulla religione-.

Con questo lavoro gli U2 si trasformano negli U2 che conosciamo: il The Joshua Tree Tour diede ai quattro dublinesi la fama anche oltreoceano, spostando il tema della loro poetica sulla musica rock e sul mondo dello spettacolo in generale, preparando il terreno al grande successo di Achtung Baby uscito dopo la caduta del Muro di Berlino. Tutte le tappe sono andate sold-out proprio quando la band si esibiva per la prima volta in strutture di una certa grandezza, soprattutto per le date del Nord America che si svolsero interamente negli stadi.

 

William Valentini

Si laurea in Scienze Politiche con una tesi sullo sviluppo delle politiche sportive in Urss. Considera lo sport una manifestazione sociale, non una mera competizione. Ha collaborato con diverse testate on line e con la rivista Ama Roma, raccontando i club sportivi romani. Adesso scrive su Crampi Sportivi.