Israele brucia ancora
Quarto giorno di incendi
Paese in ginocchio

80mila sfollati, un centinaio i feriti
E sui siti arabi c'è chi esulta

Fiamme, colonne di fumo e tanta paura. Il quarto giorno di incendi ha messo in ginocchio Israele. Da Haifa, terza città del Paese, a Modiin, passando per Zichron Yaakov a nord di Tel Aviv, fino alle zone centrali di Gerusalemme quasi 80mila persone hanno lasciato le loro case. Il premier Benjamin Netanyahu, nel commentare i fatti, non ha usato mezze misure: “L’incendio doloso è terrorismo, e come tale sarà trattato”.

Dunque, oltre alla siccità e ai forti venti, la situazione è aggravata dalla matrice dolosa. La polizia ha fatto sapere di aver fermato circa 12 persone, in gran parte palestinesi dei Territori, sospettati di aver contribuito alle fiamme o di aver istigato agli incendi sul web.
Tra edifici abbandonati, trasporti interrotti, servizi sospesi, scuole chiuse e prigioni svuotate, il disagio dei cittadini continua. Fortunatamente non si sono registrate vittime, ma sono oltre cento le persone che hanno raggiunto gli ospedali per essere medicate.

Secondo Netanyahu, inoltre, l’assenza di morti risiederebbe nella prontezza e nell’abilità degli interventi, soprattutto dei pompieri, negli attimi successivi al divampare delle fiamme. Tuttavia, sono in tanti a parlare di miracolo. Al di là dei commenti, Cipro, Italia, Grecia, Croazia, Russia, Stati Uniti e Francia hanno già inviato i propri aerei per aiutare Israele nello spegnimento dei roghi. La mobilitazione è stata massiccia e continuerà nelle prossime ore.

Intanto, lo stato ebraico ha denunciato apertamente il contenuto di alcuni siti arabi che al grido di #Israelisburning (in italiano #Israelestabruciando) hanno esultato per il divampare delle fiamme. Nell’era dei social, dunque, il fuoco accende anche le polemiche su Twitter e Facebook.

Valerio Cassetta

Nato a Roma il 26 agosto 1990, è iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 2012 nell'elenco dei pubblicisti. Laureato in Giurisprudenza presso l'Università Lumsa di Roma nel 2015, collabora con "Il Messaggero" per la redazione sportiva. Inviato e reporter radio-televisivo.