Il ministro dello Sport, Luca Lotti (S), nell'Aula della Camera a margine del voto sulla questione di fiducia che il governo ha posto sul decreto legge Milleproroghe, Roma, 22 febbraio 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Sfiducia a Lotti per Consipoggi il voto in Senato Numeri a favore del ministro

Sono previsti tra i 142 e i 160 no Non saranno in aula 79 parlamentari

È previsto per oggi pomeriggio, dopo il voto di fiducia sulla riforma del processo penale, il passaggio della mozione di sfiducia al ministro dello Sport, Luca Lotti, indagato nel caso Consip, per rivelazione del segreto d’ufficio. L’esito appare scontato: i numeri sembrano essere a favore del ministro. Ma la votazione non metterà fine alle polemiche.
I parlamentari del Movimento dei Democratici e Progressisti, scissionisti del Pd, hanno presentato ieri in Senato una mozione che si aggiunge a quella presentata dal M5s. I Mdp chiedono che il Governo ritiri le deleghe a Lotti fin quando non sarà chiarita la vicenda. Le accuse messe nero su bianco dagli ex Dem sarebbero: la gestione «familistica e clientelare del potere», sommata a «una doppia morale e un garantismo a intermittenza» da far valere solo con «gli amici».
Roberto Speranza dichiara che non parteciperanno al voto sulla mozione del M5s, insieme a 43 senatori di Forza Italia, 9 di Cor, 13 di Gal e 28 di Autonomie e Misto, ma aggiunge: «Non dire sì alla mozione dei grillini non vuol dire che il problema non esiste. C’è ancora un tratto di familismo che ricompare nella storia italiana, questo è un punto su cui non si può fare finta di nulla». Nel Pd c’è chi spinge per le dimissioni come Michele Emiliano e chi invece teme per il governo come Mirabelli.
Quindi sembrerebbe che ci saranno 142 voti contro, che potrebbero salire a oltre 160 con il voto dei verdiniani di Ala, e 52 voti a favore, la maggior parte del Movimento 5 Stelle. Gli indecisi, anche qualora decidessero di votare “sì”, non riuscirebbero a ribaltare la situazione.
Il ministro Luca Lotti interverrà nel pomeriggio e si limiterà ad una relazione tecnica: ribadirà di non conoscere Romeo e di essersi presentato subito di fronte ai giudici per rispondere al coinvolgimento nella vicenda Consip. Gran parte della arringa sarà nelle mani del renziano, Andrea Marcucci, e del presidente dei senatori, Luigi Zanda, che attaccheranno il Movimento 5 stelle. Intanto è trapelato il verbale dell’interrogatorio in cui Marco Gasparri rivela che Alfredo Romeo gli parlò di “interventi politici ad altissimo livello”.

Marina Lanzone

Nata a Monopoli (Ba) il 17 febbraio 1993. Laureata in Lettere all'Università di Bari, ha iniziato a collaborare con una testata on-line. Nel 2016 ha frequentato un Master in giornalismo semestrale che le ha offerto l’opportunità di fare uno stage presso la sede romana del Tg5. Appassionata di teatro e cinema ma anche costume e società ha iniziato il secondo master in giornalismo presso la Lumsa per mettersi in gioco e diventare una giornalista multitasking.