Silvio Berlusconi e Matteo Salvini in due foto combinate . ANSA/ALESSANDRO DI MEO/CAPATTI

Legge elettorale: domani alla Camera si rischiaancora il nulla di fatto

Centrodestra diviso sul modello tedesco Il Pd conferma il Rosatellum

Torna domani alla Camera la discussione sulla legge elettorale e la previsione è quella che si concluda di nuovo con un nulla di fatto. Dopo il fallimento già registrato l’8 giugno, sembra che i tempi siano destinati ad allungarsi ancora. Il motivo è quello di attendere l’approvazione della legge di stabilità, o addirittura di temporeggiare fino al voto delle regionali siciliane, previsto per il 5 novembre.

Sembra rimasto inascoltato l’appello del Presidente della Repubblica che, in occasione della cerimonia del Ventaglio di fine luglio, aveva sollecitato tutte le forze politiche a trovare un accordo comune per scongiurare il voto con due sistemi elettorali diversi per Camera e Senato.

Tra i Partiti continuano a registrarsi malumori e prese di posizione diverse, anche all’interno della stessa area politica. Il centrodestra continua a essere diviso tra il maggioritario voluto da Salvini («pronto domani mattina a dare i voti della Lega per una legge chiara e maggioritaria») e il modello tedesco caldeggiato dal leader di Forza Italia.

Berlusconi infatti sembra non voler arretrare di un solo passo dallo schema proporzionale, ritenendo il Mattarellum «il peggiore sistema elettorale per noi di Forza Italia, visto che prenderemmo molti meno seggi rispetto ai nostri voti».

Ottimista invece Renato Schifani, che in un’intervista rilasciata al Corriere della sera, appare convinto che l’impasse potrebbe risolversi rapidamente. L’ex Presidente del Senato crede che ci siano le condizioni per il “tedeschellum”, magari ritoccando le soglie e aggiungendo un premio di governabilità, così da convincere i democratici e lo stesso Salvini.

In casa Pd, Renzi resta fedele alla proposta del “Rosatellum”, ovvero un “Mattarellum” aggiornato. Cioè un sistema per metà maggioritario, per l’altra metà proporzionale. Una soluzione che potrebbe far gola anche alla Lega di Salvini, che attraverso il mediatore Giancarlo Giorgetti, sembra aver già intessuto rapporti con il Pd su questo punto.

L’incognita è quella del Movimento Cinque stelle. Il candidato premier Luigi di Maio, dal palco di Cernobbio ha fatto intendere che loro hanno già staccato la spina sulla questione. «I grandi partiti fremono per la legge elettorale migliore per loro, il Movimento si prepara alla battaglia per abolire i vitalizi».

Giulia Torlone

Aquilana di nascita, si è laureata in Italianistica e vive a Firenze. Ha lavorato nel settore della cooperazione internazionale occupandosi di ufficio stampa. Redattrice su temi di diritto alla cittadinanza e giustizia sociale, ha concentrato il suo lavoro sui Paesi del bacino del Mediterraneo.