Il ministro della Difesa Roberta Pinotti, durante la presentazione della relazione annuale sulla politica dell'informazione per la sicurezza a cura del Dis, a Palazzo Chigi, Roma, 27 febbraio 2017. ANSA/GIORGIO ONORATI

Il Libro Bianco di Pinotti sulla Difesa che auspicaun Pentagono italiano

Meno personale, più interazione entro il 2024 meno 50 mila unità

“la Difesa in Italia funziona, ci sono stati però cambiamenti globali nella geopolitica, innovazioni tecniche e un calo di risorse che hanno imposto nuove sfide e la necessità di una trasformazione culturale” da questo caposaldo parte la riflessione della ministra della Difesa Pinotti che oggi, a Repubblica, ha spiegato a Gianluca Di Feo il suo Libro Bianco per la riforma delle Forze Armate. La ministra del Partito Democratico indica come perno della sua azione una maggiore integrazione tra le componenti della difesa. Infatti, nei teatri bellici contemporanei “non esiste una missione che non richieda componenti di tutte le Forze Armate: ci può essere la prevalenza di Marina, Aeronautica, Esercito ma poi hai bisogno di uno sguardo d’insieme” spiega la Ministra, individuando nella creazione di un comando delle forze armate l’elemento infrastrutturale necessario per questo processo. Serve un “Pentagono Italiano”, un luogo necessario per “pensarsi come un insieme e avere quelle continue relazioni che devono esistere tre le Forze Armate”. L’area sorgerà nell’Area dell’aeroporto militare di Centocelle (periferie sud-est della capitale), che è già la sede del Comando Operativo Interforze, che coordina le missioni italiane all’estero.

Le line guida della riforma riguardano anche il personale: “prevediamo, in base alla legge 244. Entro il 2024 di ridurre gli organici di 40 mila militari e 10 mila civili: una trasformazione che nessuna pubblica amministrazione finora ha tentato”. Inoltre, sostiene la ministra occorre rivedere l’offerta proposta ai giovani interessati alla carriera militare: “La chiave sta nell’arruolare persone a 19-20 venti anni, offrirgli un pacchetto formativo importante per sette anni della loro vita, insegnando lingue e professionalità, dotandoli di brevetti qualificati. Se si ritroveranno sul mercato a 26-27 anni non sarà difficile trovare un’altra occupazione”. Mentre la richiesta di Trump alla Nato è di difficile recezioni per Pinotti: “Nel primo anno del mio ministero una parte significativa degli “80 euro” è stata coperta con tagli al nostro bilancio ma da allora la consapevolezza è cambiata. Quest’anno c’è stato un lieve incremento e siamo all’1,18 per cento del Pil pari a circa 23 miliardi. Oggi non si può chiedere al Paese di arrivare al 2% previsto dalle intese Nato ma si può fare di più e soprattutto di meglio. Incrementare le risorse con piani credibili e sostenibili mentre lavoriamo perché una maggiore integrazione europea”.

 

William Valentini

Si laurea in Scienze Politiche con una tesi sullo sviluppo delle politiche sportive in Urss. Considera lo sport una manifestazione sociale, non una mera competizione. Ha collaborato con diverse testate on line e con la rivista Ama Roma, raccontando i club sportivi romani. Adesso scrive su Crampi Sportivi.