Un addetto del Comune di Locri impegnato a cancellare la scritta 'Piu' lavoro, meno sbirri' comparsa su un muro del Vescovado di Locri, all'indomani della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che aveva lanciato un duro monito contro le mafie. Locri, 20 marzo 2017. ANSA/ MICHELE ALBANESE

La sfida della 'ndranghetasul vescovado di Locriscritte contro don Ciotti

Ieri il monito di Mattarella ai mafiosi Il procuratore: "Iniziamo a denunciare"

Poche ore dopo la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, due scritte offensive sono comparse sui muri del Vescovado di Locri, dove risiede il vescovo Francesco Oliva ed in questi giorni è ospitato Don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione antimafia Libera, per la manifestazione nazionale della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di tutte le mafie, che viene celebrata il 21 marzo. Le frasi incriminate, “più lavoro meno sbirri” e “Don Ciotti sbirro”, sono state scoperte all’alba di questa mattina ed immediatamente cancellate dagli addetti del Comune.

Successivamente sono state individuate altre due frasi ingiuriose. “Siete tutti sbirri” è apparsa vicino ad una scuola. “Don Ciotti sbirro e il sindaco ancor più sbirro” si poteva leggere, fino a poco fa, sui muri esterni di un immobile comunale. Il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha fatto rimuovere anche questi ulteriori messaggi offensivi.

Sull’accaduto indagano i carabinieri di Locri e la polizia di Siderno. “Queste scritte rientrano nella strategia della ‘ndrangheta che dice meno sbirri e più lavoro, ma è quella che fa fuggire le imprese che il lavoro lo danno – ha commentato l’accaduto all’Ansa il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho – Proprio una settimana fa, un’impresa non calabrese che lavorava all’archivio della Corte d’Appello, ha abbandonato tutto ed è fuggita per le intimidazioni. Cominciamo a denunciare per far sì che la ‘ndrangheta smetta di ostacolare lo sviluppo in maniera ignorante. E ignorante – conclude De Raho – è chi interpreta quelle scritte come una verità e non come un’enorme truffa della ‘ndrangheta”.

Ieri Mattarella aveva lanciato, proprio da Locri, dove ha incontrato i parenti delle vittime di mafia, un duro monito contro i mafiosi. “Non conoscono pietà né umanità, non hanno alcun senso dell’onore – ha detto il capo dello stato – La lotta alla mafia riguarda tutti, non è solo un’esigenza morale e civile ma è una necessità per una società che vuole essere libera”.

Dino Cardarelli

Trentatrè anni, marsicano, laureato in Comunicazione all’Università di Teramo, città in cui muove i primi passi nel giornalismo, collaborando con testate cartacee ed online locali. Pubblicista dal 2009, iscritto nell’Ordine abruzzese, vuole continuare ad inseguire il suo sogno: realizzarsi come cronista sportivo.