Da sinistra, Luigi Di Maio, Virginia Raggi, Alessandro Di Battista e Roberta Lombardi, durante la chiusura della campagna elettorale della candidata del M5s a sindaco di Roma Virginia Raggi, Ostia (Roma), 17 giugno 2016. ANSA / ALESSANDRO DI MEO

I vertici dei Cinque Stellestretti intorno alla Raggima la base si spacca

Grillo tuona: "O con la sindaca o fuori" Di Maio si prepara per le politiche

L’auditorium romano Seraphicum ieri era blindatissimo. Il rischio che il meetup del Movimento Cinque stelle potesse diventare un processo alla sindaca Virginia Raggi e alla sua giunta ha portato gli organizzatori a trasformare l’incontro in un convegno tecnico su temi quali piattaforme web e forum online.

I Pentastellati si sentono sotto attacco della stampa e di quei “fake giornalisti” che – annuncia Beppe Grillo – presto saranno querelati per diffamazione. I vertici del Movimento, infatti, si stringono compatti intorno alla sindaca romana e non arretrano di un centimetro. A suon di «o con la Raggi o fuori», la linea dei vertici è chiara: chi non condivide l’operato della giunta capitolina si chiama fuori dal Movimento.

Ma la base è inquieta. Il malcontento cresce ed è evidente lo scollamento tra gli eletti e gli elettori, tanto che se si tornasse a votare oggi, la sindaca non arriverebbe al ballottaggio. Secondo il sondaggio condotto da Scenari Politici per l’Huffington Post, infatti, la Raggi si fermerebbe ad un 22,3 percento dei consensi contro i 35,3 punti percentuali raccolti dalla sindaca al primo turno del 5 giugno 2016.  In soldoni, 4 elettori su 10 di quelli che hanno votato M5s non confermerebbero la propria scelta.

La partecipazione al meetup di ieri era riservata solamente agli iscritti al Movimento, ma parecchi “big” Pentastellati hanno disertato l’incontro. Prima tra tutti Roberta Lombardi, che affida a facebook la sua versione dei fatti, alla luce delle illazioni sul suo presunto coinvolgimento nell’affaire polizza. «Tutto il resto emerso in questi giorni su diversi quotidiani fa parte di una grande campagna di fango attivata contro di me, tesa a mostrarci divisi mentre invece remiamo tutti nella stessa direzione. Andrò avanti con tutta me stessa per avere giustizia e verità. Ho dieci anni di impegno sul territorio che parlano per me. Dieci anni durante i quali ho difeso e messo in atto questi valori. Non devo aggiungere nient’altro».

Luigi Di Maio, dopo giorni di assenza, torna al centro della discussione. In una diretta facebook dichiara che è arrivato il momento di reagire. Lo fa mentre annuncia un tour per l’Italia, volto a raccontare ciò che il Movimento è riuscito a fare in questi anni. La mossa di Di Maio, concordata con Grillo e Casaleggio, è da leggere sotto la lente delle elezioni nazionali. Questo nel bel mezzo del terremoto romano e delle guerre intestine pentastellate, come forma di reazione “nazionale” ad un disastro “locale”. Di Maio annuncia la sua investitura a premier proprio mentre slitta al fine settimana il nuovo interrogatorio di Raffaele Marra. L’ex braccio destro della sindaca, in galera per corruzione, parlerà del suo incontro con il vicepresidente della Camera, e c’è chi scommette in nuove ed importanti rivelazioni.

Giulia Torlone

Aquilana di nascita, si è laureata in Italianistica e vive a Firenze. Ha lavorato nel settore della cooperazione internazionale occupandosi di ufficio stampa. Redattrice su temi di diritto alla cittadinanza e giustizia sociale, ha concentrato il suo lavoro sui Paesi del bacino del Mediterraneo.