Manovra in arrivoSgravi fiscaliincentivi a investimenti

La presentazione oggi in Cdm Previsti anche incentivi per giovani

Oggi dovrebbe essere approvata la manovra finanziaria 2018 in Consiglio dei Ministri. Dovrebbero essere previsti incentivi agli investimenti, rinnovo del contratto degli statali, decontribuzione per le assunzioni stabili dei giovani e rafforzamento del reddito di inclusione. Qualche aumento anche negli investimenti pubblici, che dovrebbero però rimanere più bassi della media europea secondo la Commissione Europea anche nell’anno prossimo. Più della metà sarà coperta in deficit, utilizzando i margini di flessibilità Ue e servirà per evitare gli aumenti Iva.

Sgravi per i giovani. Gli stanziamenti ammontano a 338 milioni nel 2018 per poi salire esponenzialmente. Lo sgravio dovrebbe configurarsi nel taglio del 50% dei contributi per ogni nuovo assunto a tempo indeterminato, anche se si sta tentando di allargare anche agli autonomi. La fascia di età ancora oggetto di discussione (under 29 o under 32, anche se indiscrezioni di stampa parlano di under 35 almeno per il primo anno) e dall’ampiezza della platea dipenderà probabilmente anche il tetto allo sconto, da fissare a 4.030 o a 3.250 euro. Lo sgravio dovrebbe arrivare invece al 100% per il Sud, confermando l’attuale normativa.

Lotta alla povertà. Per la coesione sociale e il finanziamento del nuovo reddito di inclusione il governo punta a mettere sul piatto 600 milioni in più nel 2018, 900 milioni nel 2019 e 1,2 miliardi nel 2020. Parte della maggioranza insiste anche per interventi a favore delle famiglie numerose in difficoltà economica, ma non è detto che nel testo iniziale del ddl possano trovare spazio.

Taglio soft dei super-ticket. Sembra per il momento escluso che il ticket sulla specialistica possa essere cancellato tout court. Piuttosto si potrebbe optare per una riduzione parziale o differenziata a secondo del tipo di esame da effettuare o della Regione in cui lo si richiede. La misura potrebbe essere inserita in Parlamento.

Confermato l’ecobonus. Sicuramente sarà confermato anche nel 2018, con uno sconto fiscale un po’ più basso (al 50% anziché al 65%) per le finestre o le caldaie a condensazione, ma allargato anche agli incapienti grazie alla possibilità di cessione del credito. All’interno del governo però c’è chi vorrebbe stabilizzarlo o renderlo almeno quinquennale per i condomini. Una delle ipotesi è quella di legare l’entità dello sconto all’obiettivo di miglioramento energetico raggiunto.

Sostegno alle imprese. I super-ammortamenti dovrebbero essere confermati anche se leggermente più bassi, si parla del 130%. Non verrebbe toccato invece l’iper-ammortamento al 250%. In arrivo anche il nuovo credito d’imposta al 50% per le spese in formazione digitale 4.0.

Contratti degli statali, più soldi ai prof. L’aumento da 85 euro in busta paga per i dipendenti pubblici costerebbe 1,6 miliardi. A crescere sarebbero anche gli stipendi dei presidi, che verranno gradualmente equiparati ai dirigenti pubblici, e quelli dei professori. Nel capitolo scuola, Valeria Fedeli chiede anche una serie di assunzioni per i bidelli.

Investimenti pubblici. Per gli investimenti delle amministrazioni centrali e locali sono in arrivo 300 milioni nel 2018, 1,3 miliardi nel 2019 e 1,9 miliardi nel 2020.

APE rosa. Per favorire le donne, si pensa ad uno ‘sconto’ sull’Ape social di 6 mesi per figlio, per un massimo di 2 anni.

Bonus 18enni. Il bonus cultura da 500 euro potrebbe essere rinnovato, con un costo di 290 milioni. In forse le detrazioni per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, mentre qualche stanziamento potrebbe arrivare, anche quest’anno, per le Province.

Fattura elettronica e web tax. La fatturazione elettronica dovrebbe diventare obbligatoria per le imprese solo nel 2019. La web tax dovrebbe essere aggiunta in Parlamento. Stesso dicasi per i correttivi allo spesometro e per gli incentivi all’utilizzo del Pos.

Nel frattempo, presentate anche le manovre in Francia e Germania. Macron cercherà di puntare forte sugli investimenti, superando la media europea. Sotto di essa continuerà però a collocarsi la spesa della Germania.

Christian Dalenz

Nato a Roma il 30/10/85. Laureato all’Università La Sapienza (Roma) in Relazioni Economiche Internazionali nel 2011 e in Analisi Economica delle Istituzioni Internazionali nel 2014, e in Economic Policy alla Facoltà di Arti e Scienze Sociali dell’Università di Kingston (Londra) nel 2016. Scrive articoli di politica, economia, cinema e musica per varie testate, tra cui Lumsanews, Forexinfo e Slowcult. Facebook: https://www.facebook.com/articolidalenz