Mediaset-Vivendi
Gentiloni: «Lo Stato vigilerà»
L’Agcom frena

La politica chiede l'intervento dell'esecutivo
M5S: non è un'azienda strategica

La quiete prima della tempesta. La vicenda Mediaset-Vivendi sembra osservare una tregua, sancita anche dalla Borsa. Per la prima volta in questa settimana il titolo Mediaset ha chiuso in calo dell’1,55%. Il Governo continua a vigilare e da Bruxelles il neo premier Gentiloni ribadisce che anche se si tratta di un operazione di mercato «che non coinvolge direttamente i rapporti tra gli Stati, c’è una valutazione critica sulle modalità ostili». L’affare coinvolge, infatti, un settore chiave come quello dei media e delle tlc.

Il presidente francese Francois Hollande spiega di non aver parlato con Gentiloni e di non essere neanche informato su quello che abbia intenzione di fare il gruppo Vivendi. «Si tratta di operazioni private». Il gruppo francese, dal canto suo, ha fatto sapere all’Ansa di considerare la partecipazione in Mediaset strategica: «un atto certamente non sollecitato, ma non ostile». Intanto i contendenti preparano le loro prossime mosse. Fininvest studia la procedura legale per blindare il 50% senza incorrere nell’obbligo di un Opa e frenare la scalata del gruppo francese, che detiene 20% del capitale e punta al 30%.

Molti le richieste di un intervento governativo “a difesa” di Mediaset che sono arrivate dalla politica, da Salvini a Casini e Fassina, mentre non sono dello stesso avviso i parlamentari del M5S. In un comunicato i deputati pentastellati della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni hanno duramente criticato un possibile intervento dell’esecutivo a tutela del Biscione “quando lo stesso non fece nulla contro l’aggressiva scalata di Vivendi a Telecom Italia, che invece era veramente strategica per il nostro paese considerando l’infrastruttura di rete in suo possesso”.

Ma proprio su questo punto potrebbe avere un ruolo decisivo l’Agcom, l’autorità per le garanzie delle comunicazioni, che non vede di buon occhio questa concentrazione, specificando che “Telecom detiene il 44,7% del mercato delle prevalente delle tlc e Mediaset il 13,3% del Sistema integrato delle comunicazioni, dunque operazioni volte a concentrare il controllo di queste due società potrebbero essere vietate”. Oggi il CEO di Vivendi Arnaud de Puyfontaine sarà a Roma per il cda di Telecom, ma forse il gruppo francese dovrà operare una scelta in quale tra le due aziende italiane vorrà continuare ad investire.

 

Davide Di Bello

E’ nato a Roma il 17/07/1991, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in scienze della comunicazione all’Università “Roma Tre”. Ama il giornalismo, il cinema e la fotografia; lo animano il piacere della scoperta e la voglia di rendersi utile. Dal 2016 è entrato a far parte della redazione di Lumsanews.it