Italian singers Ermal Meta (R) and Fabrizio Moro (L) celebrates on stage after winning the 68th Sanremo Italian Song Festival in Sanremo, Italy, 10 February 2018. The 68th edition of the television song contest runs from 06 to 10 February. ANSA/CLAUDIO ONORATI

Sanremo, vincono Moro e Metasecondi Lo stato socialecompleta il podio Annalisa

Assegnato a Ron il premio della critica Ornella Vanoni la migliore interprete

Un messaggio contro la follia del terrorismo e le “inutili guerre” dei nostri tempi. I vincitori della 68esima edizione della canzone italiana sono Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”. La loro settimana, caratterizzata inizialmente dalle polemiche e dal rischio di una prematura eliminazione, si chiude in trionfo. Moro dedica la vittoria al figlio, Meta alla sua casa discografica: li rivedremo all’Eurovision Song Contest a maggio. Seconda la band bolognese de Lo stato sociale con “Una vita in vacanza”, terza Annalisa con “Il mondo prima di te”.

Pierfrancesco Favino, Claudio Baglioni ed Edoardo Leo

LE ALTRE POSIZIONI – Ultimi Elio e le storie tese: ironicamente, il loro obiettivo iniziale è stato raggiunto. Nelle posizioni più basse anche Nina Zilli, Mario Biondi, i Decibel e Red Canzian. Ai piedi del podio restano Max Gazzè sesto, Ornella Vanoni quinta e Ron quarto.

I PREMI – A Ron, che portava l’inedito di Lucio Dalla “Almeno pensami”, il premio della critica dedicato a Mia Martini. Il premio “Sergio Endrigo” per la migliore interpretazione va invece a Ornella Vanoni. La cantante con “Imparare ad amarsi” si conferma signora della musica italiana: non è da tutti decidere di mettersi in discussione a 83 anni e farlo con assoluta eleganza e credibilità. Il riconoscimento della sala stampa “Lucio Dalla” va invece a Lo Stato sociale, e non poteva essere altrimenti: di serata in serata, qui al Palafiori il tifo per la band bolognese è andato in crescendo, fino ai cori da stadio durante la finale. Il premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo è assegnato a Mirkoeilcane, secondo tra i giovani. La migliore composizione è stata assegnata, infine, dall’eccellente orchestra di Sanremo a Max Gazzé per “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”.

Francesco Renga, Claudio Baglioni, Max Pezzali e Nek

LE ESIBIZIONI – Le canzoni del festival, dopo cinque serate, sono ormai entrate nella testa di tutti. L’atmosfera, per questo, è quella di una grande festa. Si comincia con Ultimo, fresco vincitore tra le nuove proposte. Poi spazio alla finale dei venti campioni. Bene Ron, la coppia Moro-Meta, Gazzé, Annalisa, Diodato con Roy Paci, Lo stato sociale. Non migliorano con il passare delle esecuzioni i brani di Caccamo, Fogli-Facchinetti, Nina Zilli e Mario Biondi.

GLI OSPITI – Il momento più alto della serata è stato certamente rappresentato dalla presenza sul palco dell’Ariston di Laura Pausini, che ha indossato anche i panni della mattatrice: “Non è detto”, “Avrai” in duetto con Baglioni e infine “Come se non fosse stato mai amore” cantata fuori dal teatro, in mezzo alla gente. Un numero strepitoso. La aspettavamo la prima sera, ma l’attesa è stata ampiamente ripagata. Durante l’esibizione della star romagnola c’è stato spazio anche per una breve incursione telefonica di Fiorello, l’unico capace di coinvolgere il pubblico anche a distanza. Altro momento denso di emozione si ha quando Favino, con un magistrale monologo, introduce Fiorella Mannoia. La sua interpretazione di “Mio fratello che guardi il mondo”, accompagnata da Baglioni, è da spellarsi le mani. Alla quota “momento karaoke” si iscrive anche il trio Renga-Pezzali-Nek, che, al fianco dell’acclamato padrone di casa, si esibisce in un grande classico: “Strada facendo”.

Laura Pausini all’esterno dell’Ariston

IL BILANCIO FINALE – Il direttore artistico Claudio Baglioni non cela la soddisfazione per il successo di questa edizione, testimoniato da ascolti record. Voleva riportare la musica al centro della kermesse sanremese e ci è perfettamente riuscito. Pochi i momenti concessi all’intrattenimento puro, spazio invece ai grandi ospiti canori. Da Gianna Nannini a Gino Paoli, da Laura Pausini a James Taylor. A tratti, anzi, gli ospiti hanno rischiato di offuscare la competizione tra i big.

Dopo qualche titubanza nella prima serata, Michelle Hunziker ha preso le redini della conduzione, da grande professionista. Sono ormai lontani i tempi in cui al Festival le donne erano relegate al ruolo di valletta. Un punto in più per aver portato a Sanremo il tema della violenza di genere. La vera rivelazione è senz’altro rappresentata da Pierfrancesco Favino. Indossa i panni del conduttore con naturalezza, e con i suoi travestimenti regala alcuni momenti di spettacolo assai godibili. La sensazione è che lo rivedremo presto in tv.

Alla vigilia le aspettative per questo Festival non erano altissime. Baglioni le ha smentite clamorosamente e ora la Rai è già in pressing per strapparne la riconferma. Una pecca: le durate da maratona delle cinque serate. Nonostante le promesse in conferenza stampa, Baglioni e company non sono mai riusciti a chiudere prima dell’una. Decisamente troppo anche per gli aficionados.

Antonio Scali

Nato in provincia di Reggio Calabria 25 anni fa, ha conseguito una Laurea Triennale alla Lumsa in Lettere Moderne e una Magistrale alla Sapienza in Filologia. Da sempre affascinato dal giornalismo, ha maturato diverse collaborazioni con siti internet, radio e tv occupandosi principalmente di sport.