Il ritrovamento del cadavedere di Aldo Moro in Via Caetani nel 1978.ANSA

Caso Moro, lite tra ex Brpost choc di Balzerani su Fbindignati familiari vittime

L'ex compagno d'armi Etro a Lumsanews "E' una vergogna, dovrebbe scusarsi"

Per Giovanni Ricci, figlio di uno degli uomini della scorta di Aldo Moro trucidati a via Fani il 16 marzo 1978, non sembra esserci pace. Sono passati quarant’anni dal brutale assassinio del padre, e da quella tragedia che fece piombare il paese nell’oscurità del terrorismo brigatista. Un terrorismo che era stato in grado di arrivare a sequestrare lo stesso presidente del Consiglio, spettacolarizzandone l’agonia per 55 lunghissimi giorni. Barbara Balzerani, tra i protagonisti del rapimento ed esponente di spicco del direttivo BR – che oggi conduce una vita del tutto normale, fuori dal carcere – ha usato i social per ironizzare sulle commemorazioni della strage. “Chi mi ospita per il quarantennale?” ha scritto la cosiddetta “Primula Nera” su Facebook. E così Giovanni Ricci, aprendo il computer, è stato costretto a leggere i commenti sarcastici e sprezzanti di chi partecipò all’assassinio del padre.

A difesa delle vittime è intervenuto un ex compagno d’armi della brigatista, Raimondo Etro. Che con una lettera aperta, rivolta proprio alla Balzerani e a Ricci, e ripresa oggi dal Corriere della Sera, ha chiesto alla primula nera degli anni di piombo di “tacere, semplicemente in nome dell’umanità verso le vittime, inclusi quelli caduti tra noi». Lettera a cui Ricci ha risposto, ringraziando.

Intervistato da LumsaNews, Etro spiega: “Barbara Balzerani è seguita da un pubblico di persone senza cervello. È talmente piena di sé che ormai vive di questo. Lei, come tanti altri, per fare marcia indietro dovrebbe ammettere di avere sbagliato. Ma non lo farà mai, non vuole farlo, e dunque continua a cullarsi dietro a questa idea del marxismo e del proletariato completamente fuori dal tempo. Le Brigate Rosse erano e sono rimaste una setta”.

Etro ritiene che sia lei che i suoi compagni furono elementi chiave di un gioco diretto da chi aveva ben altri fini, non certo rivoluzionari: ambienti atlantici che avevano interesse evitare a qualsiasi costo l’ingresso nel governo del Pci. Opinione che si ritrova anche nelle conclusioni della relazione della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sull’assassinio di Moro, presentato circa due settimane fa alla Camera.

Siria Guerrieri

Dottore di Ricerca, giornalista con la passione per Politica ed Esteri fin dai tempi dell’università. Nel 2010 e nel 2011 è a Washington DC per una borsa post-doc. Dal 2014 al 2016 collabora con la redazione di Rassegna, Rassegna.it e Liberetà, occupandosi di esteri e politiche dell'Unione Europea.