“L’anti-politica pentastellata
ricorda quella del primo Novecento”

Il politologo Pasquino a Lumsanews:
Prezzolini e Papini gli antesignani del grillismo

Gianfranco Pasquino è un noto politologo che ha insegnato all’Università di Bologna ed interviene spesso nel dibattito politico italiano. Rispetto ad altre persone che abbiamo sentito per quest’inchiesta, tende a rigettare le definizioni di qualunquismo e populismo solitamente attribuite al movimento grillino, preferendo ripescare dal passato l’antipolitica primo novecentesca.

A 10 anni dalla nascita del M5S, si può arrivare ad una definizione secondo le categorie classiche destra-sinistra oppure no?

Queste categorie vanno bene per quasi tutti i partiti esistenti, tranne che per il M5S. I loro elettori vengono da destra e da sinistra; soprattutto da quest’ultima parte. La sua forza è saper combinare questi elementi; la loro debolezza è che nel momento della proposta diventano ambigui, come per esempio su Europa, immigrazione e diritti civili.”

Secondo lei è corretta l’analogia che viene a volte fatta tra M5S e fascismo?

“Fare ciò è sbagliato. Viene fatto solo per polemica e non aiuta a comprendere. Allo stesso elettorato pentastellato il movimento appare tutto tranne che fascista”.

Le sembra un movimento affetto da qualunquismo?

“Elementi qualunquisti ce ne sono sicuramente. Ma secondo me è soprattutto un movimento improntato all’antipolitica nel senso in cui la si praticava ad inizio Novecento da intellettuali come Giuseppe Prezzolini e Giuseppe Papini. Un’antipolitica contro questa politica per cambiarla e rovesciarla come un calzino, come lo stesso Grillo ha detto più volte”.

Sarebbe d’accordo a definirlo un movimento populista?

“Ho delle riserve su questo. Usiamo questo aggettivo per definire molte cose che non ci piacciono, cose che sicuramente sono presenti nel M5S. Ma bisogna tenere conto che la democrazia in sé ha un elemento populista, essendo per definizione “governo del popolo”. Ma il riferimento al popolo è sfumato nel M5S: la parola stessa è usata poco, non c’è un attacco alle istituzioni, non c’è l’idea di avere un rapporto diretto col popolo. Le consultazioni interne inoltre sono aperte solo agli iscritti. In sé non è un movimento populista o comunque tale definizione non basterebbe.”

Christian Dalenz

Nato a Roma il 30/10/85. Laureato all’Università La Sapienza (Roma) in Relazioni Economiche Internazionali nel 2011 e in Analisi Economica delle Istituzioni Internazionali nel 2014, e in Economic Policy alla Facoltà di Arti e Scienze Sociali dell’Università di Kingston (Londra) nel 2016. Scrive articoli di politica, economia, cinema e musica per varie testate, tra cui Lumsanews, Forexinfo e Slowcult. Facebook: https://www.facebook.com/articolidalenz