Matteo Renzi durante il suo intervento alla Direzione nazionale del Partito Democratico, Roma, 4 luglio 2016. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Pd ad altissima tensioneoggi la Direzione nazionaleatteso il discorso di Renzi

Scontro su congresso e voto anticipato possibili le dimissioni del segretario

Dopo previsioni, retroscena e confidenze, oggi per il Partito Democratico è il giorno della verità. Si terrà infatti alle 14:30, al centro congressi di via Alibert a Roma, la Direzione nazionale. La strada che ha portato verso l’incontro di oggi è stata impervia e tesa. Tutto ruoterà attorno al discorso del segretario, Matteo Renzi, che chiarirà quali sono le sue scelte riguardo alle ipotesi di convocazione del congresso e di corsa al voto anticipato. Aleggia lo spettro della scissione, che sembrava certa una decina di giorni fa dopo le dichiarazioni di Massimo D’Alema e che oggi appare solo possibile, con renziani e minoranze consapevoli della scarsa convenienza politica di una frammentazione interna. Le circa 500 presenze previste sottolineano l’importanza dell’assemblea: sono stati convocati anche parlamentari e segretari provinciali e regionali.

Possibili dimissioni. Alla vigilia, Renzi sembrava convinto a rassegnare già oggi le sue dimissioni. L’obiettivo non è rinunciare alla leadership, bensì legittimarla con una chiamata alle urne degli iscritti: una nuova elezione a segretario Pd gli permetterebbe poi di spingere ulteriormente per le elezioni anticipate. Ma l’opposizione a tale prospettiva è sempre più forte e ciò potrebbe portare l’ex premier a rinviare le dimissioni, magari aspettando l’Assemblea nazionale da convocare sabato 18. È davanti ad essa che, secondo lo Statuto del partito, il segretario può dimettersi.

La lettera agli iscritti. Al termine della riunione, tutti gli iscritti riceveranno una lettera scritta dal segretario, in cui Renzi sottolinea che il partito «ha bisogno di due cose: un grande coinvolgimento popolare e una leadership legittimata da un passaggio elettorale». Ma non risparmia un attacco alla minoranza: «Abbiamo anche bisogno che chi perde un congresso o le primarie il giorno dopo rispetti l’esito del voto».

Le ultime dichiarazioni. Il deputato bersaniano Davide Zoggia ha paragonato oggi a La Stampa l’assenza di una posizione chiara di Renzi, prima della Direzione, al famoso quiz dei pacchi dove tutto è casuale. Il governatore della Puglia e candidato alla segreteria dem Michele Emiliano ha fatto sapere ieri a Firenze che «una campagna elettorale con l’immagine di Renzi come leader del Pd sarebbe una rovina». Critico con la minoranza è invece Ettore Rosato, capogruppo dem alla Camera: «La minoranza faccia pace con se stessa. Il congresso l’hanno chiesto loro e adesso che c’è l’intenzione di anticiparlo non va più bene». Appuntamento quindi per oggi pomeriggio, quando il futuro del partito italiano attualmente di maggioranza sarà un po’ più chiaro.

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.