Pentagono, cambio di rottapossibile invio di truppeda combattimento in Siria

L'ipotesi al vaglio della Casa Bianca riferita dalla redazione della CNN

Fra dimissioni, sospette relazioni illecite e clima da guerra fredda, la politica estera degli Stati Uniti continua a subire contraccolpi. Nel caos della Casa Bianca ora piomba il clamoroso annuncio della Cnn che cita fonti del dipartimento della Difesa. Il Pentagono potrebbe proporre l’invio di truppe regolari di combattimento in Siria. Un’ipotesi finora esclusa tassativamente, che rappresenta un passo decisivo degli Stati Uniti nella lotta anti-Isis. L’esercito americano è già presente sul territorio con un numero limitato di forze speciali, ma l’amministrazione di Obama ha sempre respinto l’invio di truppe di combattimento nel Paese. Alcuni giorni fa il New York Times aveva rivelato l’ipotesi di inviare ulteriori militari in Siria e in Iraq, con l’obiettivo di accelerare la riconquista di Raqqua e Mosul, le due principali roccaforti del califfato. Si parlava tuttavia di incrementare le forze speciali, operanti in piccoli gruppi a fianco delle truppe alleate locali. Nessuna indiscrezione, al momento, sul numero di soldati da inviare, ma l’operazione pare potrebbe avvenire nel giro di poche settimane, con l’invio dei militari inizialmente in Kuwait.

Si tratta dell’ennesimo cambio di rotta radicale rispetto all’amministrazione Obama e rispetto all’approccio cauto dell’ex presidente sulla questione Siria. Dopo il recente raid Usa in Yemen, il primo dell’era Trump, che ha portato all’uccisione di numerosi civili, ora per il tycoon urge la necessità dei cosiddetti ‘boots on the ground’ in territorio siriano. Un’ipotesi sempre respinta dal suo predecessore perché giudicata troppo rischiosa per l’America, che avrebbe corso il pericolo di ritrovarsi coinvolta in una nuova guerra mediorientale. Alle accuse di “Putin-connection”, Donald Trump dedica oggi con un tweet, accusando Obama di essere stato troppo arrendevole nei rapporti con la Russia.

Il segretario di stato Rex Tillerson è ora alle prese con il piano per la creazione delle ‘safe zone’ sul territorio. Nel frattempo il segretario alla difesa James Mattis e il capo di stato maggiore dell’esercito Usa Joseph Dunford, si apprestano a mettere il piano sulla scrivania dello Studio Ovale, dove verrà passato al vaglio dal Commander in Chief. Secondo le indiscrezioni inoltre, la volontà del presidente sarebbe di conferire maggiori poteri decisionali al Pentagono e ai vertici militari, in modo da rendere più veloce l’autorizzazione di operazioni sul campo.

Giulia Turco

Giulia Turco, 22 anni. Approda al Master in Giornalismo dopo la Laurea triennale in Lettere Moderne, conseguita a Bologna, la sua città. Inglese, francese, spagnolo le lingue apprese durante gli studi, che le permettono di coltivare una delle sue più grandi passioni: il viaggio. Parole chiave: curiosità, passione, determinazione. Fanno di lei un occhio attento, pronto a cogliere e interpretare i grandi e piccoli cambiamenti delle società di oggi.