epa05824262 EU Commissioner for migration and home affairs Dimitris Avramopoulos as he gives a press conference to present a package of measures on migration in Brussels, Belgium, 02 March 2017. The package of measures on migration commissions, includes new guidance on returns, and updates of progress on some of the key migration work-strands which are part of the European Union's comprehensive migration policy. EPA/OLIVIER HOSLET

"Rimpatriare i migrantiche non hanno dirittodi rimanere in Europa"

L'Ue vara un fondo da 200 milioni sgomberato il 'Gran ghetto' di Puglia

“Se gli Stati membri non aumenteranno presto i rispettivi ricollocamenti, la Commissione non esiterà ad avvalersi dei poteri ad essa conferiti”, l’accoglienza è un “obbligo giuridico” per i 28 paesi membri.

Così l’attuale commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza Dimitris Avramopoulos riaccende i riflettori sulla gestione dei flussi migratori. Dopo mesi di silenzio l’Europa sembra aver preso coscienza delle specificità del problema per i paesi dell’Europa meridionale, che nei fatti, sono diventati l’attracco per i disperati che salpano dalle coste nord africane. “Italia e Grecia avranno il nostro pieno sostegno e aiuto nel creare i centri di detenzione”, ha poi aggiunto il politico ellenico. Il piano del commissario sembra essere chiaro: “Dobbiamo dare protezione a coloro che ne hanno bisogno, ma dobbiamo anche rimpatriare chi non ha diritto di rimanere nell’Ue, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento”.

Avramopoulos ha pronto un finanziamento di 200 milioni per i paesi che si impegnino nelle “specifiche attività comuni europee di rimpatrio e reintegrazione”, più rimpatri e soldi ai paesi virtuosi quindi. Per la commissione diventa necessario che i paesi di arrivo esercitino maggiore controllo sui migranti che “lasciano intendere di non voler ottemperare alla decisione di rimpatrio che li riguarda, per esempio rifiutandosi di collaborare nel processo di identificazione o opponendosi in modo violento o fraudolento ad un’operazione di rimpatrio”.

Questo avveniva ieri a Bruxelles, mentre le forze dell’ordine italiane procedevano allo sgombero del ‘Gran ghetto’ di Puglia, l’accampamento sorto vent’anni fa tra San Severo e Rignano, nel Foggiano. Definito dal presidente Michele Emiliano “Una vergogna cresciuta per anni nell’indifferenza”. Lo stesso Emiliano l’anno scorso aveva depositato alla Dda di Bari una denuncia per riduzione in schiavitù. La Regione Puglia, la Prefettura e il Comune di San Severo ha messo a disposizione dei migranti gli spazi dell’Azienda agricola “Fortore”, nella quale si sta sperimentando con successo il binomio ospitalità-lavoro, recita una nota del servizio stampa della regione. Da luglio scorso ad oggi sono circa 120 le persone accolte.

La primavera è alle porte e il Mediterraneo calmo spingerà altri disperati a prendere il mare.

William Valentini

Si laurea in Scienze Politiche con una tesi sullo sviluppo delle politiche sportive in Urss. Considera lo sport una manifestazione sociale, non una mera competizione. Ha collaborato con diverse testate on line e con la rivista Ama Roma, raccontando i club sportivi romani. Adesso scrive su Crampi Sportivi.