La procura generale di Bologna ha preso in carico il fascicolo d’indagine sui mandanti della strage del 2 agosto 1980. Nell’attentato alla stazione centrale morirono 85 persone e ci furono 200 feriti. Questa mattina nell’udienza presieduta da Gip, si discuterà sull’archiviazione dell’inchiesta.
Il processo– L’avocazione è una procedura standard quando c’è un’opposizione a una richiesta di archiviazione. In questo caso a non arrendersi è l’associazione dei familiari delle vittime, che da 27 anni attende di sapere chi realmente abbia commissionato l’atto terroristico. Sebbene siano stati condannati in via definitiva come esecutori materiali Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, l’inchiesta sui mandanti è rimasta sempre a carico di ignoti.
Cavallini rinviato a giudizio– Ieri intanto il Gup Alberto Ziroldi ha rinviato a giudizio l’ex Nar Gilberto Cavallini, 64 anni, accusato, a 37 anni di distanza, di concorso nella strage. Per il procuratore capo Giuseppe Amato Cavallini, che non era presente in aula, avrebbe partecipato all’organizzazione del massacro e avrebbe ospitato in Veneto Fioravanti, Mambro e Ciavardini, fuggiti da Bologna. Il processo inizierà il prossimo 21 marzo davanti alla Corte d’Assise. «Un grande avvenimento» ha commentato Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime e deputato Pd. Di tutt’altro avviso il legale di Cavallini, Mattia Finarelli, che ha sottolineato come «a Bologna ci sia una verità ideologica: la strage è fascista e guai a chi dice il contrario». «In città la notte tra l’1 e il 2 c’erano terroristi internazionali di tutto il mondo, legati ai palestinesi e al Kgb, però la strage l’hanno fatta dei ragazzi di 17 anni» la chiosa dell’avvocato.