Trump non spaventa i mercati
Smentite le previsioni
Inversione a U delle borse

La promessa di tagli alle tasse fa volare i listini
Rischia però di essere un periodo instabile

Gli analisti finanziari sembrano spiazzati di fronte alla reazione dei mercati all’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. A quanto pare, la notizia inattesa non impaurisce le borse come successe all’indomani della Brexit. Dopo il panico iniziale si è verificata una vera e propria inversione a U dei mercati mondiali.

Lo shock Trump dunque è durato poco. Proseguono gli acquisti sulle Borse europee. Gli investitori riprendono a scommettere sul mercato azionario, con Wall Street che ieri ha chiuso in rialzo. I listini europei aprono in netto recupero.  Parigi ha iniziato le contrattazioni in progresso dello 0,74% a 4.577 punti, Londra dello 0,7% a 6.911 punti mentre Francoforte avanza dello 0,6% a 10.710 punti. Avvio di seduta positivo per Milano (+1,73%) sopra i 17 mila punti, dopo che ieri la borsa milanese era stata l’unica ( insieme a Madrid) a chiudere in ribasso.

Bene anche le Borse asiatiche che, dopo il crollo di ieri, si avviano a chiudere la seduta con forti rialzi. Tokyo ha terminato le contrattazioni in rialzo del 6,72%, recuperando completamente la caduta della vigilia.  Hong Kong, ancora aperta, avanza del 2,03%, mentre i listini cinesi di Shanghai e Shenzhen segnano un progresso dell’1,3%.

Il primo discorso da presidente del Tycoon e la promessa di tagli alle tasse e investimenti pubblici ha fatto prendere il volo ai listini mondiali.  Rischia però di essere un periodo di grande volatilità, anche perché una simile politica economica è di dubbia fattibilità. Secondo gli esperti di Hsbc Bank, un regime commerciale meno aperto degli Stati Uniti potrebbe potenzialmente danneggiare sia l’economia americana che l’export e la crescita del PIL nei suoi partner commerciali, in particolare Cina e Messico. In base alle misure specifiche che saranno adottate dal neo presidente, ci si potranno aspettare misure di ritorsione, così come potrebbe crescere il rischio di guerre valutarie e commerciali.