FILE- In this Aug. 2, 2017, file photo, President Donald Trump speaks in the Roosevelt Room of the White House in Washington during the unveiling of legislation that would place new limits on legal immigration. After months of delays, President Donald Trump is expected to decide soon on the fate of so called dreamers who were brought into the country illegally as children as he faces a looming court deadline and is digging in on appeals to his base. (ANSA/AP Photo/Evan Vucci, File) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Usa, il presidente Trumpsi difende dalle accuse"Mai stato un razzista"

Smentita l'espressione "cesso di paesi" in riferimento a Haiti e El Salvador

“No, non sono un razzista. Sono la persona meno razzista che voi abbiate mai intervistato, ve lo posso assicurare”. Così Donald Trump si è difeso davanti ai giornalisti che al Trump international golf course di Palm Beach, in Florida, gli chiedevano di commentare le accuse che gli sono state mosse in questi giorni per le sue presunte frasi volgari sui paesi di origine degli immigrati.

A rivelare l’ennesima gaffe del presidente degli Stati Uniti erano stati alcuni quotidiani statunitensi, tra cui il Washington Post, secondo il quale l’inquilino della Casa Bianca, durante un incontro nello Studio Ovale con alcuni membri del Congresso, avrebbe utilizzato l’espressione shithole countries, traducibile come “cesso di paesi”, in riferimento a El Salvador, Haiti e alcuni paesi africani, luoghi di provenienza di migliaia di immigrati, spiegando che da lì dovrebbe arrivare meno gente negli Usa. Trump avrebbe poi aggiunto che è molto meglio chi arriva dalla Norvegia.

Indiscrezioni che il tycoon aveva immediatamente respinto, negando l’accaduto su Twitter, ma che gli hanno scatenato contro forti critiche da più parti, compresa l’Onu che lo aveva etichettato come razzista. Per questo nelle ultime ore Trump è tornato al contrattacco, smentendo la ricostruzione dei fatti da parte dei media Usa. “Avete sentito cosa hanno detto vari senatori presenti a quell’incontro?” ha domandato ai giornalisti presenti, facendo riferimento a due senatori che, a differenza di altri, hanno affermato di non aver sentito Trump pronunciare espressioni razziste.

Un vero e proprio dietrofront, visto che inizialmente la Casa Bianca non aveva smentito le parole del presidente, e lo stesso Trump, nelle ore successive all’esplosione dell’ennesima bufera, aveva specificato di aver utilizzato parole dure, ma non quell’espressione, shithole countries, che ha creato imbarazzo perfino alle televisioni americane.

Dino Cardarelli

Trentatrè anni, marsicano, laureato in Comunicazione all’Università di Teramo, città in cui muove i primi passi nel giornalismo, collaborando con testate cartacee ed online locali. Pubblicista dal 2009, iscritto nell’Ordine abruzzese, vuole continuare ad inseguire il suo sogno: realizzarsi come cronista sportivo.