Il candidato M5S alle Regionali siciliane, Giancarlo Cancelleri, durante il comizio a Catania, 28 ottobre 2017. ANSA/ORIETTA SCARDINO

Il peso del voto disgiunto alle regionali siciliane che premia Cancelleri

Una scelta che condizionò anche le elezioni del 2012

Le elezioni siciliane saranno ricordate come il trionfo del voto disgiunto, cioè il voto dato ad un partito politico e ad un candidato presidente non collegato a quest’ultimo.

Alle ultime elezioni, infatti, oltre 200 mila elettori, hanno scelto il candidato del M5S Giancarlo Cancelleri, senza però votare le liste che lo sostenevano. Il candidato del Movimento infatti ha ottenuto sette punti in più della sua lista. Nello specifico i voti attribuiti a Cancelleri sono stati 722.555, mentre gli elettori del movimento sono stati 513.359: una differenza di 209.196 voti.

Anche Nello Musumeci ha totalizzato più di quanto hanno raccolto le liste che lo appoggiavano. Il candidato di centro-destra ha totalizzato il 39,80% delle preferenze con 830.821 voti, mentre il numero delle preferenze raccolte dalle liste è stata di 809.121. Una differenza di 21.700 voti che corrisponde ad una percentuale dell’ +1,6% rispetto al partito che lo sosteneva.

Discorso diverso per Fabrizio Micari che non è stato scelto dagli oltre centomila elettori che hanno votato per le liste collegate. Micari ha ottenuto il 18,7%, mentre le liste hanno preso circa nove punti percentuali in più. Analizzando i voti assoluti, il candidato di Renzi e Alfano è stato scelto da 388.886 elettori, mentre alla coalizione sono andati 488.939 voti: una differenza di ben 100.053 voti, molti dei quali – con ogni probabilità – confluiti verso Cancelleri.

Per Claudio Fava le percentuali sono state leggermente superiori a quelle dei partiti che lo sostenevano: + 0,9%. In voti assoluti si tratta di 128.157 voti per il singolo e 100.583 per la lista a suo sostegno. Una differenza di 27.574 voti.

I dati dimostrano che Fabrizio Micari è stato penalizzato dal voto disgiunto a differenza di Giancarlo Cancelleri che invece ne ha beneficiato premiato dai consensi provenienti da un pezzo di elettorato di centrosinistra. Gli elettori di centrosinistra, dunque, hanno preferito come candidato governatore quello di M5s o del centrodestra.

Il voto disgiunto ha condizionato così il quadro siciliano anche questa volta. Ma in maniera ancor più incisiva. Quella di quest’anno infatti è la percentuale di voto disgiunto più alta (7,4%) degli ultimi 16 anni. Dal 2001 al 2012 la percentuale non aveva mai superato il 5,7%. Lo stesso trend, anche se in misura minore, lo si può rintracciare nel 2012. Cinque anni fa infatti Rosario Crocetta ottenne 617.073 voti, mentre le liste a suo favore 465.665, una differenza di 151.408  voti. Nello Musumeci, invece, fu votato da 521.022 elettori, mentre le liste furono votate da 471.934 siciliani, registrando una differenza di ben 49.088 voti.