Grillo chiude al Pd in streaming tv. Poi gli insulti: “Politici puttanieri”

E’ gelo tra Bersani e i 5 Stelle. Il primo incontro tra il segretario del Pd e i grillini in diretta streaming è stato un reality show senza lieto fine. E’ Beppe Grillo, a vertice ancora in corso, a chiudere via twitter il faccia a faccia tra Bersani e la delegazione cinquestellata guidata dai due «portavoce» del movimento, i capigruppo di Camera e Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi. «Nessuna fiducia» tuona dal suo blog Grillo, a scanso di ogni equivoco su quanto stanno dicendo Lombardi e Crimi al segretario democratico. E per la verità quel twitter mattutino non è il solo affondo del comico che dopo Pasqua incontrerà nuovamente i 163 parlamentari eletti sotto il suo marchio per mettere a tacere i maldipancia che covano ancora silenziosi tra deputati e senatori. Anche sulla gestione dei capogruppo. Per Beppe Grillo le nuove generazioni sono figlie di NN e i vari leader da Monti a Berlusconi, da D’Alema a Bersani, sono «Padri puttanieri che ci prendono allegramente per il culo ogni giorno con i loro appelli quotidiani per la governabilità e non hanno ancor il pudore di togliesi dai coglioni». «Chiagnono e fottono», aggiunge. Parole alle quali replica in serata pacatamente Bersani. «Auguri ai salvatori della Patria, ho sentito i commenti di Grillo, pensare di fermare l’intelligenza con gli insulti è come pensare di fermare l’acqua con le mani», avverte il leader democratico.

L’appuntamento è alle dieci e Lombardi e Crimi si presentano puntuali scortati da otto parlamentari silenti. Il presidente incaricato è come sempre in questi giorni di consultazioni accompagnato da Enrico Letta. La sede è la sala del Cavaliere, al primo piano di Montecitorio. I grillini hanno chiesto e ottenuto che l’incontro fosse in diretta streaming e la qualità dell’immagine e dell’audio questa volta è ottima tanto che tutte le televisioni la ritrasmettono.

Il copione è già scritto. Ma Pier Luigi Bersani ci prova lo stesso a scalfire il muro di gomma dei suoi interlocutori. Il segretario premette subito che lui di governissimi non vuole sentir parlare, spiega la sua proposta di un doppio registro: uno sul governo, l’altro sulle riforme. Chiede al Movimento 5 Stelle di non ostacolare la nascita di un governo del cambiamento che vari alcune riforme, tra cui quella sul finanziamento pubblico dei partiti, madre di tutte le battaglie grilline. «Mi sembra di essere a Ballarò» replica Lombardi. «Sono vent’anni che sentiamo queste parole, ho 39 anni, sono vent’anni che voto e che sento parlare delle stesse cose e non vengono mai realizzate», aggiunge. «Purtroppo non siamo a Ballarò, il governo è una cosa seria e non siamo tutti uguali», ribatte il leader democratico, ricordando che il Paese è in una situazione molto seria e che tra breve avremo scadenze come l’Imu, la Tares. «In questa situazione solo un insano di mente può aver voglia di diventare primo ministro», spiega. «Noi non abbiamo bisogno di incontrare le parti sociali perché noi siamo le parti sociali», interviene Lombardi citando ancora Ballarò. L’incontro potrebbe chiudersi qui. Ma non è ancora il momento. Ai grillini che rivendicano la diretta streaming come atto di trasparenza “anti-inciuci”, Bersani ricorda che da anni le riunioni della direzione del partito sono in diretta. Il segretario cita la sua agenda di 8 punti, chiede un atto di responsabilità da parte del Movimento, ricorda che ci sono vari modi per non ostacolare la nascita del governo, per esempio uscire dall’aula. Ma è un NO totale. «Sulla mancata partecipazione al governo siamo gli ultimi a doverci sentire responsabili», chiude Crimi.

Lorenzo Caroselli