Le offensive dei pirati contro pescherecci e battelli sono diminuite rispetto agli scorsi anni. Se infatti nel marzo dell’anno scorso i bucanieri somali tenevano sotto sequestro più di 30 navi oggi le navi controllate dai pirati non superano la decina.
Per contrastare questo fenomeno che da diversi anni imperversa nei mari del corno d’africa si è mobilitata l’Unione Europea. Mercoledì 16, coordinata dalla marina britannica con sede a Northwood, è partita la missione “Atlanta”. Un raid aereo mirato a distruggere depositi di armi ed imbarcazioni dei saccheggiatori lungo la costa del Galmudug: per la prima volta un attacco aereo è mirato all’indebolimento dei filibustieri e non alla liberazione d’ostaggi o di sequestri.
L’ammiraglio britannico Duncan Potts rassicura gli abitanti: “La gente somala locale ed i pescatori, molti dei quali hanno sofferto molto a causa della pirateria possono sentirsi rassicurati perchè il nostro obiettivo è stato sulle note linee di rifornimento dei pirati e così sarà anche in futuro.”
Un colpo davvero grosso visto che i pirati somali “fatturano” in un anno, tra traffici illeciti e sequestri di navi , circa 100 milioni di euro, una dura ferita che spinge i pirati alla fugga dell’entroterra.
Il commissario europeo al commercio, Catherine Asthton ha accolto con soddisfazione l’esito dell’attacco evidenziando che l’obbiettivo era quello di accrescere la paura dei pirati. Ma l’allarme rimane alto: negli ultimi anni i pirati hanno perfezionato le loro tecniche d’assalto spingendosi a sequestrare anche navi di grande portata, come le imbarcazioni italiane Montecristo e la petrolieraLa Savina Caylyn.
Ad oggi le uccisioni e le catture dei pirati somali sono oltre mille, la vita per i bucanieri si fa più complicata ma la situazione rimane ingarbugliata e solo nei prossimi mesi si potrà capire se i pirati sono pronti a deporre le armi.
Gianpaolo Confortini