I giovani con Poletticalcetto e famigliameglio del curriculum

Un sondaggio Demopolis conferma il modo in cui i ragazzi cercano lavoro

Il lavoro che non c’è non preoccupa i giovani italiani, o almeno questo è quello che appare dalla fotografia che l’istituto di sondaggi Demoppolis ha scattato ai giovani italiani per la trasmissione di La7 “Otto e Mezzo”. Il quadro che viene fuori dal sondaggio proposto ai nostri concittadini under 35 è, per certi versi, sorprendente: Il 67% pensa che il sistema migliore per entrare nel mondo del lavoro italiano sia, soprattutto, quello di sfruttare la rete di i e di conoscenze personali. Coerentemente, l’istituto individua un 51% di intervistati che cita l’appartenenza familiare come mezzo per trovare lavoro. Mentre, solo il 49% considera necessaria la preparazione, che insieme alla motivazione, è fondamentale solo per il 40% di chi ha risposto al sondaggio. Quindi formazione sempre meno considerata come strumento essenziale per trovare lavoro dai giovani italiani con età compresa tra i 18 e i 30 anni e polemiche per le frasi del ministro Poletti su lavoro e calcetto, spente dall’analisi fatta dall’istituto di sondaggi diretto dal palermitano Pietro Vento. Giovani italiani che guardano al futuro con crescente preoccupazione, inoltre: infatti solo il 40% degli intervistati si immagina tra 10 anni con un lavoro stabile e ben retribuito. Mentre ben il 37% si vede nei prossimi 10 anni con un lavoro non stabile e il 23% ipotizza di essere ancora alla ricerca di un lavoro.

Una soluzione sempre più praticata dai giovani per risolvere i problemi nella ricerca di lavoro in Italia sembra essere l’emigrazione: Dal 2006 al 2016 l’emigrazione ha avuto un andamento esponenziale: nell’ultimo decennio la mobilità italiana è cresciuta del 54,9%, caratterizzandosi come un fenomeno soprattutto giovanile: tra i 107.529 italiani espatriati nel 2015, 39.410 hanno tra i 18 e i 34 anni.

William Valentini

Si laurea in Scienze Politiche con una tesi sullo sviluppo delle politiche sportive in Urss. Considera lo sport una manifestazione sociale, non una mera competizione. Ha collaborato con diverse testate on line e con la rivista Ama Roma, raccontando i club sportivi romani. Adesso scrive su Crampi Sportivi.