Siria, le forze governativeverso Dayr az Zor dell'IsisUltima rocca mediorientale

Cresce il ruolo di Israele nella guerra Scettico nei confronti di Russia e Iran

L’Eufrate è stato varcato dalle forze governative siriane, che si stanno dirigendo verso Dayr az Zor, l’ultima roccaforte mediorientale dell’Isis. Ad annunciarlo è la tv di Stato siriana attraverso le immagini delle milizie siriane che guadano lungo l’Eufrate, nella zona di Mazlum. Nei giorni scorsi una parte di Dayr az Zor, in mano ai jihadisti da tre anni, è stata liberata: alle porte dell’ultimo bastione dell’Isis sono ora presenti le truppe curdo-siriane, coadiuvate dagli Stati Uniti, e le forze governative, sostenute dalla Russia e dall’Iran.

Il ruolo dello Stato ebraico. In questo complicato scacchiere si incastra anche Israele, che durante tutta la guerra siriana ha sferrato attacchi sempre e solo contro Hezbollah, il gruppo sciita libanese anti-israeliano che supporta il regime di Bashar al Assad. Qualche giorno fa, però, alcuni jet israeliani hanno attaccato un’infrastruttura militare siriana senza apparente motivo. Secondo l’esercito di Assad, “questa aggressione giunge nel disperato tentativo di innalzare il morale crollato dei terroristi dell’Isis”, fornendo, quindi, supporto diretto all’organizzazione terroristica. Israele parla, invece, di un attacco mirato ad un sito in cui venivano sviluppate armi chimiche.  Successivamente alcuni missili siriani sarebbero stati lanciati contro aerei israeliani che volavano a bassa quota su Sidone, in Libano. Lo ha riferito la tv israeliana Canale 10. “Consiglio vivamente ai nostri vicini di non metterci alla prova e di non lanciare minacce, perché noi le prendiamo molto sul serio”, ha commentato il ministro della difesa israeliano, Avigdor Lieberman.

La questione delle Alture del Golan. Con la Guerra dei Sei Giorni del 1967, Israele occupò buona parte delle Alture del Golan, ancora rivendicate dalla Siria. Lo Stato ebraico vorrebbe tenere a distanza  da questi territori Hezbollah, l’Iran e le milizie sciite che lo supportano. Ai confini delle alture, però, ci sono diversi gruppi di ribelli siriani, altri gruppi affiliati all’Isis e anche le forze alleate di Assad. Per ottenere una zona cuscinetto, Israele ha quindi avviato con i siriani il programma “Buon vicinato”, fornendo in cambio assistenza medica e aiuti umanitari ai combattenti e civili. Secondo il Wall Street Journal, lo Stato ebraico sarebbe arrivato a equipaggiare i gruppi ribelli anti-Assad con armi e soldi per tenere alla larga dalle Alture del Golan le milizie sciite.

I rapporti con la Russia e l’Iran. Israele aveva chiesto a Usa e Russia di creare una zona di sicurezza estesa dai 60 agli 80 chilometri, scavalcando anche i confini siriani, ma la Russia aveva rifiutato, impegnandosi invece a impedire la presenza degli iraniani entro i cinque chilometri. Israele rimane però scettico: la Russia, nonostante sia in buoni rapporti con lo Stato ebraico, è infatti alleata della Siria, a sua volta alleata dell’Iran, e non sembra in grado di tenere a distanza Hezbollah. Il timore degli israeliani è che i combattenti legati all’Iran e a Hezbollah ammassino le loro forze militari appena dietro il confine stabilito. O ancora, che l’Iran crei un tratto di influenza fino al sud del Libano, posizione strategica contro Israele. Ora che i ribelli moderati vengono dati quasi per sconfitti e che l’Isis ha perso moltissimi territori, Israele potrebbe assumere un ruolo di primo piano e reagire militarmente.

Valerio Del Conte

Nato il 5 luglio 1994, è tra i più giovani della redazione di Lumsanews. Intraprende gli studi classici spinto dalla sua passione per le materie umanistiche. Si laurea nel 2016 in Scienze della comunicazione, informazione e marketing presso l’università LUMSA e entra a far parte della redazione di Lumsanews.it.