PARIGI – È “caos” la parola del giorno, scelta dalla stampa internazionale per descrivere la situazione politica francese all’indomani della caduta del governo di François Bayrou. L’ormai ex primo ministro, a soli 9 mesi dall’elezione, a breve presenterà le dimissioni ufficiali al presidente della Repubblica Emmanuel Macron, al quale spetta l’intricato compito di scegliere un successore. È già iniziato il toto nomi per il futuro primo ministro che sarebbe il quinto, in poco meno di tre anni, a governare con un’Assemblea di fatto ingovernabile. Per questo in molti chiedono le elezioni anticipate. In particolare Marine Le Pen, leader del Rassemblement national, pronta a sfruttare il vantaggio che le attribuiscono i sondaggi.
Macron sotto attacco
Macron, al contempo, deve riuscire a schivare gli attacchi di chi lo vorrebbe fuori dall’Eliseo anzitempo. Attacchi che a breve si trasformeranno in proposte concrete: la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon ha infatti annunciato che martedì 9 settembre presenterà una mozione di destituzione per il presidente. Anche la Russia ne approfitta per bersagliare Macron, tanto che Viaceslav Volodyn, presidente della Duma e fedelissimo di Vladimir Putin, ha dichiarato senza mezzi termini che il problema dei francesi è proprio lui: “la Francia è stanca degli otto anni di vergogna del suo presidente Macron”. E l’ha accusato di punire “i politici più popolari privandoli del loro diritto di voto”, facendo riferimento a Le Pen, recentemente condannata per appropriazione indebita di fondi Ue.
E i francesi “bloccano tutto”
E “Bloquons tout!”: “blocchiamo tutto!”. È il nome del movimento di cittadini francesi che il 10 settembre ha in programma di paralizzare il Paese in segno di protesta contro l’incapacità dello Stato di agire efficacemente contro la recessione economica. I manifestanti, che qualcuno chiama già “i nuovi gilet gialli”, protestano anche contro i tagli alle spese sociali previsti per far fronte alla crisi del debito pubblico e ampiamente presenti nella controversa legge di bilancio di Bayrou, causa della sua fine politica. Lo slogan della giornata è “Non lavoriamo più, non consumiamo più, non paghiamo più”, e oltre allo sciopero generale sono previsti atti di disobbedienza civile, motivo per cui il ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, ha sottolineato messo in guardia sul “rischio di disordini” durante tutto il mese di settembre.