GERUSALEMME – “Non si può più tacere sulle violenze in Cisgiordania: va riconosciuto lo Stato palestinese”. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa torna a dire la sua su Gaza. Intervistato da Vatican News, il patriarca latino di Gerusalemme ha messo sotto accusa governi e diplomazie che “fingono equilibrio” mentre sul terreno “l’equilibrio non esiste”. La situazione sul campo resta precaria: l’esercito israeliano ha riferito di aver lanciato un raid aereo nel sud della Striscia di Gaza per eliminare “cinque terroristi usciti da un tunnel di Rafah” sotto il controllo dell’Idf.
L’appello di Pizzaballa
Per il cardinale Pizzaballa la situazione in Cisgiordania “si sta aggravando” con le aggressioni dei coloni. Per il patriarca di Gerusalemme c’è “un senso di impotenza che aumenta”, e “sembra non ci sia nessuno a cui chiedere giustizia”. Poi, quando i cronisti di Vatican News gli chiedono cosa possa fare di concreto la comunità internazionale, Pizzaballa risponde: “Deve parlare! Come si è parlato molto di Gaza bisogna parlare anche della Cisgiordania”. Per poi aggiungere: “Molti Paesi hanno riconosciuto la Palestina come Stato, ora però bisogna alzare l’attenzione e dire che non basta riconoscere ma anche dire quali sono le condizioni e cosa si deve fare. Lo dico con molto dolore, però è la verità e non posso tacere su questo”.
Il premier dell’Anp: “Israele paghi per la ricostruzione a Gaza”
Le parole di Pizzaballa sembrano fare il paio con quanto dichiarato dal premier dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammad Mustafa: “Siccome Israele è responsabile della distruzione a Gaza, dovrebbe essere ritenuto tale per quanto accaduto – ha detto Mustafa in conferenza stampa con la commissaria europea per il Mediterraneo Dubravka Suica – e dovrebbe contribuire in modo significativo, se non totale, alla riparazione dei danni e alla ricostruzione” della Striscia di Gaza.
Raid Idf a Rafah: uccisi 5 terroristi usciti dai tunnel
Sul campo si continua a morire. L’esercito israeliano ha riferito di aver lanciato un raid aereo nel sud della Striscia di Gaza per eliminare “cinque terroristi usciti da un tunnel di Rafah nel lato orientale della Linea Gialla” sotto il controllo dell’Idf. “I terroristi si stavano avvicinando alle truppe, rappresentando una minaccia imminente per loro”, aggiunge l’Idf. Nei tunnel di Rafah restano ancora asserragliati circa 150 miliziani di Hamas. Questo mentre il ministero della Salute palestinese ha riferito che il 20 novembre due adolescenti sono stati uccisi dalle forze israeliane a Kafr Aqab, a nord di Gerusalemme, in Cisgiordania. A riferirlo l’agenzia palestinese Wafa.
Netanyahu: “Riapertura del valico di Rafah solo dopo il ritorno di tutti gli ostaggi”
Nuova dura presa di posizione del premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Riapriremo il valico di Rafah solo dopo il ritorno dei tre ostaggi deceduti rimasti a Gaza”. Netanyahu ha aggiunto che, una volta che tutti gli ostaggi saranno stati restituiti e il valico sarà riaperto, sarà “molto felice di vedere l’Egitto consentire a qualsiasi abitante di Gaza che voglia andarsene di farlo, perché ciò non è mai accaduto fino ad oggi”.
Unicef: a Gaza almeno due bambini uccisi ogni giorno dall’entrata in vigore del cessate il fuoco
Sullo sfondo la denuncia dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia: “Almeno 67 bambini uccisi a Gaza dall’inizio del cessate il fuoco”. Decine quelli rimasti feriti. “Si tratta di una media di quasi due bambini uccisi al giorno dall’entrata in vigore del cessate il fuoco”, ha dichiarato ai giornalisti a Ginevra il portavoce dell’Unicef Ricardo Pires.


