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Michelangelo Dome, Leonardo lancia il sistema antimissile Made in Italy per la difesa Ue

di Alessio Sebastiano Corsaro27 Novembre 2025
27 Novembre 2025
Michelangelo Dome

Deposito di missili | Foto di Yena Kwon

BRUXELLES – Leonardo è pronta a lanciare una nuova tecnologia di difesa aerea, pensata per consentire la creazione di scudi antimissile sul modello del “Dome” israeliano. Non a caso, il nuovo progetto dell’industria italiana leader nel settore della difesa si chiamerà “Michelangelo Dome”, come riportato dal Financial Times, che ne anticipa la presentazione di oggi. 

Al centro del progetto un software basato sull’AI

Il nuovo sistema sarà “basato sull’intelligenza artificiale”, in grado di collegare simultaneamente diverse piattaforme e apparati militari, con l’obiettivo di proteggere lo spazio aereo in modo simile a quanto fatto da Israele. A far da collante sarà un software indipendente, che darà a ogni Paese la possibilità di integrarlo con i propri mezzi e di adeguarlo allo standard previsto dalla Nato. 

Il progetto Made in Italy e la corsa agli armamenti

Il progetto Made in Italy, già in fase avanzata e operativo entro la fine del decennio, rappresenterebbe un passo decisivo nella difesa nazionale ed europea, proprio mentre l’Ue lavora a nuovi deterrenti antiaerei e antimissile, dopo l’aggressione russa all’Ucraina. Tre anni fa Berlino ha lanciato la European Sky Shield Initiative, un programma congiunto di acquisizioni che ha già raccolto oltre 20 adesioni, tra cui Regno Unito, Paesi baltici, Svezia e Finlandia, puntando su tre livelli di difesa: Iris-T per il medio raggio, Patriot statunitensi per il lungo e Arrow 3 israeliani per il lunghissimo raggio.

La strategia industriale di Leonardo, focus su spazio e droni

Il “Michelangelo Dome” rientra a pieno titolo nella strategia industriale di Leonardo degli ultimi anni, incentrata su spazio, droni, cyber e intelligenza artificiale. In tal senso, il sistema antimissile elaborato dalla società italiana sarebbe un nuovo fiore all’occhiello, tanto che lo stesso amministratore delegato, Roberto Cingolani, lo ha definito come “il più grande programma di integrazione mai realizzato nell’industria della Difesa”.

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