Votare, ma quando votare? È questo il problema che interessa la Regione Lazio e i suoi cittadini che a breve, in teoria, dovrebbero essere chiamati alle urne per eleggere il nuovo Presidente dopo gli scandali che hanno portato alle dimissioni di Renata Polverini e della sua giunta. Questa possibilità era stata smentita nei giorni scorsi dall’assessore al bilancio della Regione Lazio, Stefano Cetica, che aveva evidenziato come l’andare al voto entro dicembre sarebbe «tecnicamente impossibile oltre che economicamente insensato».
Un’affermazione confermata anche da Renata Polverini che, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dichiara: «La legge prevede 90 giorni per indire le elezioni e altri 45 giorni di campagna elettorale. Il tempo massimo è febbraio»; e a chi parla di election day, data la vicinanza con le elezioni nel Comune di Roma, risponde: «Quello dipende dal governo, non più da me. E bisogna vedere se i cittadini si seccano a votare due volte in due mesi».
Intanto, mentre nel centrodestra ci si interroga su chi possa essere il candidato per il dopo Polverini, Nicola Zingaretti, Presidente uscente della Provincia di Roma, scioglie le riserve annunciando la sua candidatura alle prossime regionali. Una decisione di cui si sono stupiti in molti poichè Zingaretti era dato come prossimo candidato a sindaco di Roma per il centrosinistra. Sulla decisione di rinunciare al Campidoglio, il diretto interessato ha dichiarato:«forse sarebbe stato più prestigioso, ma era giusto metterci la faccia per una cosa più difficile; a me hanno insegnato da piccolo che non bisogna partire dall’interesse personale ma da ciò che è utile per la comunità».
Una decisione applaudita dal segretario di Sel, Nichi Vendola: «Quella di Zingaretti mi pare un’ottima scelta: è stato un bravo presidente della provincia di Roma. È molto amato, c’è un’attesa nel popolo che Zingaretti possa sostituire una classe dirigente precipitata nella vergogna».
Domenico Cavazzino
