HomePolitica Approvata la legge delega fiscale al Consiglio dei ministri

Irpef a tre aliquote
a partire dal 2024
Si va verso la flat tax

Approvata la legge delega fiscale

Meloni: "Abbassiamo le tasse"

di Martina Vivani17 Marzo 2023
17 Marzo 2023

ROMA – “Una vera e propria svolta per l’Italia”. Rivendica così la premier Giorgia Meloni la legge delega fiscale approvata all’unanimità dal Consiglio dei ministri il 16 febbraio. Da qui a due anni dovranno essere attuati i decreti legislativi che saranno chiamati a tradurre la visione del governo in risposte puntuali. A partire da una promessa impegnativa: “Abbassiamo le tasse, aumentiamo la crescita e l’equità”, come dichiarato dalla premier. Intervenendo al Congresso della Cgil a Rimini, Meloni ha illustrato le linee guida della riforma fiscale che “si concentra sui più fragili e sul ceto medio” e punta alla crescita economica contro salari bassi, disoccupazione e a contrasto dell’evasione fiscale. 

L’Irpef e flat tax

Dal 2024 verrà ridotta la pressione fiscale grazie alla riforma dell’Irpef: le aliquote passeranno dalle attualil 4 a 3. In questo modo sarà garantita la razionalizzazione e semplificazione dell’intero sistema dell’imposta. Contestualmente dovrebbe essere estesa la flat tax incrementale ai lavoratori dipendenti, con l’obiettivo di raggiungere la tassa piatta per tutti in cinque anni. Non è noto a quanto ammonterà l’aliquota unica ma l’idea del governo è quella di introdurre un tetto alle detrazioni, che saranno inversamente proporzionali al reddito. 

Iva razionalizzata

La delega prevede un trattamento omogeneo per beni e servizi similari, come gli alimentari, che avrebbero tutti la stessa aliquota Iva. Tra le ipotesi allo studio anche l’azzeramento dell’Iva per alcuni beni di prima necessità, una misura costosa e che a dicembre, durante i lavori preparatori della legge di bilancio, era stata bocciata dai tecnici del Ministero dell’Economia.

Ires, sconto ma solo per chi investe

Le imprese potranno beneficiare del taglio dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società, che scenderebbe dal 24% al 15%, a condizione che le imprese impieghino una parte o tutto il reddito in investimenti e nuove assunzioni entro i due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito stesso.

Meno sanzioni

Sul fronte dell’evasione fiscale le sanzioni penali e amministrative saranno più morbide, in alcuni casi anche abolite. Vengono dunque riscritte le regole della lotta all’evasione che, come mette in evidenza il Ministero dell’Economia, “diventa preventiva e non più repressiva”.

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