Arresto di Marcello De Vito"Di Maio-Raggi chiariscanoè una cosa grave per Roma"

Michele Anzaldi (Pd) a Lumsanews "Un problema per il Movimento"

«Davvero Di Maio pensa che la soluzione sia espellere De Vito dal Movimento?», dichiara il deputato del Pd Michele Anzaldi a Lumsanews in merito all’arresto del presidente 5 stelle della giunta capitolina Marcello De Vito, accusato di corruzione per la vicenda delle tangenti legate alla costruzione del nuovo stadio della Roma.

Cosa ne pensa di questo arresto?

«È la magistratura a doversi occupare del caso. Ma è una cosa gigantesca questo arresto a Roma, soprattutto per un Movimento che ha fatto del giustizialismo la sua bandiera. L’M5S doveva essere d’esempio nella Capitale».

Pensa che Di Maio si sia comportato correttamente espellendo De Vito dal Movimento?

«Di Maio non se la può cavare così, ci deve dire cosa ne pensa dell’amministrazione Raggi, se può andare avanti o può rimanere in piedi. E poi cosa gliene importa ai romani? Ad espellerlo ci hanno pensato i magistrati, che lo hanno arrestato. I romani hanno il diritto di sapere come pensa di andare avanti questa giunta, immobile da tre anni su tutte le questioni principali della città e ora colpita dall’arresto del numero due dell’Amministrazione romana».

Quindi ad essere responsabile politicamente è soprattutto la sindaca Raggi?

«Di Maio e la sindaca Raggi sembrano Alice nel paese delle meraviglie: ma chi vogliono prendere in giro? L’arresto per tangenti del presidente del Consiglio comunale De Vito nell’ambito dell’inchiesta sullo Stadio, che ha già portato ad essere indagato l’ex capogruppo M5s Ferrara e all’arresto del braccio destro della sindaca Lanzalone, non può certamente essere derubricato a fatto personale e getta un’ombra inquietante su tutta l’Amministrazione di Roma».

Ma la Raggi dovrebbe dimettersi?

«Dovrebbe dimettersi per come si trova Roma, a prescindere da questo fatto».

Pensa che il Movimento potesse fare pulizia al suo interno prima di questo arresto?

«Questa inchiesta va avanti da tempo, il Movimento e la Sindaca dovevano già aver messo a fuoco cosa succedeva alla prima avvisaglia della magistratura, non oggi, quando arrivano dichiarazioni tardive. Poi Di Maio se ne esce oggi come primo della classe. Lui è un uomo di potere, un uomo forte del governo. Fa pensare che ha delle informazioni che io non ho e prende una decisione così drastica, quindi sembra confermare tanti dubbi che gli italiani hanno sulla vicenda dello Stadio della Roma».

Giacomo Andreoli

Nato a Roma il 16/08/1995. Laureato triennale in Filosofia all'Università degli Studi Roma Tre, ha collaborato con il magazine "Wild Italy" ed il quotidiano del litorale romano "Il Corriere della Città". Si è occupato principalmente di cronaca e politica locale (Anzio, Aprilia, Latina, Pomezia, Roma) e nazionale-europea (con focus ed approfondimenti).