Automotive: il futurodei biocarburanti secondo l'esperto

A Lumsanews il biochimico David Cannella "Verso un consumo minore del petrolio"

I biocarburanti potrebbero avere un ruolo molto importante per le automobili del futuro. La sa bene David Cannella, docente di biochimica Universite’ Libre de Bruxelles (ULB) in Belgio. L’anno scorso Cannella ha fatto una scoperta importante: si tratta della cosiddetta “fotosintesi inversa”. Un procedimento che non solo promette di generare energia pulita, ma potrebbe rivoluzionare il mercato dei biocarburanti.

Dottor Cannella la fotosintesi inversa, a distanza di un anno dalla sua scoperta, si sta dimostrando una soluzione vincente per la produzione di carburanti?

La fotosintesi inversa e’ stato il raggiungimento più importante della mia carriera. La fase sperimentale ha dimostrato l’effettivo utilizzo della luce solare per degradare la cellulosa mediante gli enzimi, che e’ il primo passaggio cruciale per poi fermentare gli zuccheri cosi ottenuti in biocarburanti, ovvero il bioetanolo. Ora invece si tratta da un lato di capirne l’energetica del sistema e se possiamo migliorarla con studi di fotochimica e fotofisica; dall’altro la sua diretta applicazione prima in laboratorio e poi su dimensioni più grandi. Per tale obiettivo e’ necessario inventare nuovi tipi di bioreattori, che permettano alla luce di entrare in contatto con gli enzimi e la biomassa. Siamo fiduciosi che i prossimi anni saranno ricchi di risultati ed applicazioni della tecnologia.

I biocarburanti possono garantire le stesse prestazioni dei derivati del petrolio? Ci sono dei limiti nella produzione di questi prodotti?

la capacita’ calorifica dell’etanolo che e’ più bassa rispetto alla benzina e ciò comporta un aumento del consumo volumetrico (o litri) ma ciò può essere risolto con la soluzione di miscele con 80% di etanolo e 20% di benzina, fino quasi a pareggiare i consumi.
L’unico limite alla produzione di bioetanolo di seconda generazione, ovvero quello dagli scarti agricoli, e’ la reperibilità in loco dello scarto stesso. Una bioraffineria che produrrà biocarburanti dovrà essere posizionata strategicamente in aree ad alto tasso agricolo: anziché un limite ciò a potrà rappresentare un virtuosismo in termini di economia circolare, in cui lo scarto di una produzione primaria rappresenta il prodotto per un altro settore strategico.

Qual’è sarà lo scenario futuro dei biocarburanti?

L’ International Energy Agency indica un aumento dei prezzi della produzione del petrolio e dei suoi derivati a fronte di un drastico calo (oltre il 30%) dei costi dei biocarburanti. Questo si tradurrà in un automatico aumento delle richieste dei biocarburanti. In generale i biocarburanti non devono essere visti come il radicale sostituto del petrolio ma bensì come la tecnologia da usare per traghettare il mondo verso un consumo minore e più mirato del petrolio, e per preservarne le riserve per il futuro.

Valerio Toma

Nato a Cagliari nel 1992, dopo la maturità scientifica frequenta il corso di laurea in Lingue e Comunicazione alla Facoltà di Cagliari. Completa il percorso accademico con 110 e lode presentando la tesi “Tanti anchor, altrettanti linguaggi’’: uno studio sui modelli di conduzione dei notiziari italiani. Parla fluentemente l’inglese e il tedesco.