HomePolitica Autonomia, stop di Di Maio: “Non sia uno spacca-Italia”. Salvini avverte gli alleati

Autonomia, stop di Di Maio
"Non sia uno spacca-Italia"
Salvini avverte gli alleati

Per Fitch "è un potenziale boomerang"

Slitta ancora l'ok alla legittima difesa

di Giuseppe Galletta28 Febbraio 2019
28 Febbraio 2019

“O l’autonomia si fa o blocco tutto”. Avrebbe tuonato così il leader della Lega Matteo Salvini al suo alleato di governo Luigi Di Maio, nel corso del vertice notturno a Palazzo Chigi, in cui i due vicepremier insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno parlato di codice degli appalti, semplificazione, sblocco delle opere pubbliche e dei cantieri, e di una “corsia veloce” per arrivare all’approvazione della legge sull’Autonomia.

Le divergenze nascono sui contenuti. Per Di Maio infatti, “la riforma sulle Regioni non deve essere uno spacca-Italia”, come ha dichiarato in un’intervista a Repubblica. Nonostante i dubbi manifestati dal leader pentastellato, secondo cui servirebbe più tempo per sciogliere i nodi sulla materia, Salvini prova ad accelerare l’iter incontrando al Viminale Luca Zaia e Attilio Fontana, rispettivamente governatori di Veneto e Lombardia.

Questi ultimi prepareranno un documento con le richieste e la nuova suddivisione dei poteri regionali di Lombardia e Veneto ed entro la settimana lo consegneranno al vicepremier. Sulla questione autonomia arriva il commento dell’agenzia di rating Fitch, secondo cui la riforma cara alla Lega potrebbe essere un “potenziale boomerang”. I dubbi degli osservatori statunitensi si basano sul rischio che le Regioni non riescano a gestire in modo efficiente le nuove competenze.

Altri problemi per il leader leghista potrebbero arrivare dalla legittima difesa calendarizzata per martedì prossimo in Parlamento. Il M5S vorrebbe rallentare e si pensa ad un baratto con i grillini in difficoltà dopo la batosta elettorale: «Non abbiamo rinviato la legge per fare un favore ai Cinque Stelle, non siamo al mercato. La legittima difesa entro marzo sarà legge. Se c’è qualcuno a cui non va bene si presenti alle elezioni». La riforma che modificherà la legittima difesa, però, dovrà poi tornare al Senato per una terza lettura.

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