Sardegna, caso discotechesequestri della poliziaipotesi epidemia colposa

Salinas si difende: "Non sapevo niente" Opposizioni all'attacco: "Dimettiti"

Blitz della polizia in Regione Sardegna su ordine della Procura di Cagliari: sequestrati documenti sull’ordinanza di riapertura delle discoteche ad agosto firmata dal presidente della Regione Sardegna Christian Solinas.

La Procura ha anche aperto un fascicolo per epidemia colposa. L’ipotesi investigativa degli inquirenti: Solinas ha aperto le piste da ballo nonostante il parere sfavorevole del Comitato tecnico-scientifico.

A sostegno della pista investigativa due fatti: l’ipotesi di riapertura delle piste da ballo definita dal Cts come “un pericoloso azzardo per la salute dei cittadini” e la bozza dell’ordinanza regionale arrivata via mail agli esperti sardi solo due ore prima della firma definitiva. “Non sapevo del no dei tecnici sulle discoteche”, si difende il presidente della Regione.

Ma le parole del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Angelo Cocciu pesano come un macigno sulle sorti del governatore: “Abbiamo rischiato tenendo aperte le discoteche. Si trattava di uno o due giorni per non ammazzare l’economia dell’isola”.

La ragione? Secondo gli investigatori vi sarebbero state pesanti pressioni di imprenditori locali con un unico obiettivo: fare soldi e non perdere la stagione turistica. Il coordinatore di Forza Italia in Sardegna Ugo Cappellacci prova a gettare acqua sul fuoco: “Cocciu parla a titolo personale: nessuna strategia politica dietro la riapertura”.

Ormai il caso mediatico è esploso. Su Facebook impazza la foto di una scritta davanti alla sede della Regione, in viale Trento: “Avete preferito il Billionaire alla nostra salute”. Nelle strade di Cagliari gruppi di cittadini protestano contro una giunta “che serve più l’interesse di Briatore e Berlusconi che dei sardi”.

E i partiti di opposizione colgono la palla al balzo: depositata una mozione di sfiducia di Partito democratico, Movimento 5Stelle e Sinistra Italiana contro Solinas che verrà depositata in consiglio regionale nelle prossime ore: “Se ne deve andare”. E la protesta giunge fino a Roma: i politici sardi del Pd e di SI hanno un unico mantra: “Dimissioni subito”.

Andrea Persili

Classe 1990, laurea in Giurisprudenza e tante passioni: dalla politica alla letteratura, dalla storia alla filosofia. Ho fatto da relatore in seminari sul diritto di cittadinanza. Ho scritto di caporalato e mobbing. Ed alla fine ho scoperto che il giornalismo è la mia vera passione: la curiosità di indagare in territori inesplorati e di dare voce a chi non può farlo.