HomeCronaca Cacciari: “Il semipresidenzialismo in Italia genererebbe solo confusione”

"Il semipresidenzialismo
in Italia genererebbe
solo più confusione"

Massimo Cacciari a Lumsanews

"L'astensionismo deve allarmare tutti"

di Gabriele Crispo26 Ottobre 2021
26 Ottobre 2021

Massimo Cacciari, filosofo, accademico ed ex sindaco di Venezia. Esperto di politica, a Lumsanews spiega che non ha senso oggi parlare in Italia di semipresidenzialismo, sottolineando poi che il tema dell’astensionismo delle scorse Comunali “è allarmante”. Secondo Cacciari quindi sarebbe opportuno pensare a una riforma del sistema elettorale.

“La verità è che non esiste un semipresidenzialismo, esistono varie forme di presidenzialismo. Il semipresidenzialismo non definisce nulla tecnicamente, indica soltanto un Paese in cui le forze politiche hanno le idee confuse. O si fa una riforma costituzionale in senso presidenziale oppure si rimane nei pasticci”.

La proposta di una modifica della forma di governo in senso semipresidenziale è un tema ciclico nella politica italiana e caratterizza molte proposte di destra.

“Non c’è niente di destra nel presidenzialismo e nulla di sinistra in un assetto ultraparlamentare. Il presidenzialismo è una soluzione tecnica che potrebbe andare benissimo anche alla sinistra. I partiti non si qualificano in base a scelte riguardanti questo tema. In condizioni storiche diverse la destra o la sinistra possono appoggiare un modello, ma ci riferiamo a contingenze storiche dettate da situazioni specifiche”.

Cosa pensa della riforma della riduzione del numero dei parlamentari?

“Il Parlamento può funzionare o no, a prescindere dai numeri. È un bene che i parlamentari siano diminuiti, ma non è il problema, che è semmai la funzione del Parlamento e quindi del rapporto con l’esecutivo. Sono più di trent’anni che il Parlamento conta sempre meno. Prima eravamo in uno stato dei partiti, ma almeno c’erano i partiti, oggi invece non si capisce più da che cosa siamo governati, se non da un perenne stato di emergenza che fa sì che in  fasi di massima crisi intervenga il Presidente della Repubblica”.

Crede che ci sarà una riforma elettorale?

“Può darsi che la facciano, ma sicuramente in senso proporzionale. È l’unico sistema elettorale che rassicura tutti”.

Non arriveremo mai a un sistema elettorale simile a quello dei sindaci a livello nazionale?

“Ma neanche per sogno, mai e poi mai”.

Neanche per coinvolgere di più l’elettorato alla luce del fenomeno dell’astensionismo?

“Sembra che a nessuno interessi. Nessuno commenta il dato più significativo e preoccupante di questa tornata elettorale”.

Questo secondo lei è allarmante?

“Certo, se fosse stato un referendum non sarebbe stato neanche valido”.

La soluzione a suo avviso quale potrebbe essere?

“Una riforma elettorale in senso maggioritario, come si è abbozzato in passato, sarebbe salutare, anche se non risolutiva. Poi dovremmo guardare al ruolo del Parlamento, al rapporto delle Camere con l’esecutivo e all’equilibrio tra i poteri in generale”.

 

 

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