Casalotti, falso posto di blocco
Ucciso un uomo con due colpi di pistola

A Casalotti un finto posto di blocco inscenato da due falsi agenti della polizia si è rivelato essere un agguato che ha portato alla morte di un uomo di 36 anni, Antonio Bocchino, piccolo imprenditore. Antonio, ex proprietario di un bar, gestiva una società di slot-machine a Montespaccato a Roma. Qualche anno fa, precisamente nel 2008, aveva avuto problemi con la giustizia, poi tutti rientrati. Era stato infatti arrestato per l’omicidio di un trafficante di droga, e successivamente rilasciato e prosciolto da ogni accusa.

L’agguato. Antonio Bocchino aveva appena accompagnato i propri figli a scuola, quando è stato affiancato da un’auto che gli ha fatto cenno di fermarsi con una paletta d’ordinanza della polizia. Un testimone oculare rivela che dopo essersi fermato, i due finti agenti «l’hanno fatto scendere, ma sembrava un normale controllo». Evidentemente i due killer volevano essere sicuri di andare a segno, altrimenti gli avrebbero sparato in macchina. Invece, una volta scesa, la vittima è stata freddata con due colpi alla testa, altri due infrangono i vetri del Suv di Antonio.

Il movente e l’arma del delitto. Gli investigatori non escludono nessuna ipotesi e le battono tutte: dalla droga allo sgarro, al regolamento di conti. Tuttavia, secondo gli inquirenti, dietro l’omicidio sembra esserci un giro di soldi e di racket legato all’ambiente lavorativo della vittima la quale, forse, aveva già ricevuto minacce. L’arma del delitto non è ancora stata rinvenuta, ma dai bossoli ritrovati all’interno dell’auto si tratta sicuramente di pistola da nove millimetri. Ancora da verificare se l’arma sia “pulita” o usata già in altre azioni.

Paolo Costanzi