Nuovo caso di femminicidioarsa viva in Siciliadi fronte al figlio

Le indagini depistate dall’assassino che aveva simulato una finta fuga di gas

L’ennesimo caso di femminicidio riporta alla ribalta il tema della violenza sulle donne. A cadere sotto i colpi del compagno questa volta è una giovane di 31 anni, Laura Pirri, a Rosolini, in provincia di Siracusa. Secondo le indagini della Procura la donna è stata arsa viva dal marito. Perché aveva osato negargli venti euro, come lui stesso rivela in una telefonata intercettata dagli investigatori.

La cronaca dei fatti assume tratti inquietanti: l’assassino stava riuscendo a farla franca, dopo essere riuscito a depistare le indagini per quasi sei mesi inscenando un banale incendio domestico, causato da una fuga di gas. Ma il piano è stato scoperto e bloccato grazie al racconto del figlio di dieci anni, costretto ad assistere all’atroce omicidio della madre. Il bambino ha confidato alla nonna materna: “È stato papà a dare fuoco alla mamma”, riuscendo così a imprimere la svolta decisiva alle indagini, e permettendo alla Procura di raccogliere le prove per incastrare l’assassino.

L’uomo, Sebastiano Iemmolo, 36 anni, è stato arrestato oggi con l’accusa di omicidio, lesioni, maltrattamenti anche nei confronti del figlio, incendio e calunnia. La giovane moglie è morta in ospedale dopo 18 giorni di agonia, con ustioni gravissime sul 40% del corpo, dopo essere stata vittima per anni dei maltrattamenti del marito. Violenze quotidiane, percosse, insulti. Il ritratto dell’assassino è quello di un violento, che per futili motivi avrebbe anche incendiato l’auto di un vicino, spiega la questura. La Procura sottolinea la delicatezza e la complessità dell’indagine, anche per il “contesto di omertà dovuta al timore di ritorsioni da parte di Iemmolo”.

Proprio questa mattina la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, Maria Elena Boschi, ha presentato la bozza del nuovo Piano nazionale antiviolenza. Piano che propone tre linee di intervento: prevenire la violenza attraverso piani educativi e di comunicazione, proteggere e sostenere le vittime attraverso le reti territoriali specializzate, perseguire e punire gli autori dei crimini contro le donne in sinergia con i soggetti istituzionali.

Siria Guerrieri

Dottore di Ricerca, giornalista con la passione per Politica ed Esteri fin dai tempi dell’università. Nel 2010 e nel 2011 è a Washington DC per una borsa post-doc. Dal 2014 al 2016 collabora con la redazione di Rassegna, Rassegna.it e Liberetà, occupandosi di esteri e politiche dell'Unione Europea.