HomeCronaca Catania, false certificazioni di invalidità: misure cautelari per 6 medici specialisti

Catania, invalidità sospette
Scattano misure cautelari
per sei medici specialisti

I pm: fraudolento sistema criminale

falsificavano certificati pensionistici

di Tommaso Coluzzi22 Maggio 2020
22 Maggio 2020

Fingersi invalidi è il trucco più vecchio del mondo, ma a Catania, secondo le indagini della Procura, era stata messa in piedi una vera e propria organizzazione. È scattata questa mattina l’operazione “Esculapio” dei Carabinieri, che ha portato a ordinanze di custodia cautelare per sei medici. Gli specialisti avrebbero, secondo l’accusa, consentito di ottenere l’indennità di accompagnamento o pensioni di invalidità a persone che non ne avrebbero avuto diritto, attraverso false certificazioni. Il tutto in cambio di ingenti somme di denaro. I reati contestati sono truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale.

Nell’inchiesta dei carabinieri sono indagate in tutto 21 persone, tra medici e assistiti. Tra i sei specialisti ci sono Giuseppe Blancato, che era già stato indagato e poi assolto per aver curato il boss Nitto Santapaola durante la sua latitanza, e il reumatologo Antonino Rizzo: entrambi sono stati condotti in carcere. In tre sono agli arresti domiciliari: Carmelo Zaffora, psichiatra e direttore facente funzioni del modulo complesso Catania Nord del dipartimento di Salute Mentale di Catania, Sebastiano Pennisi, fisiatra dell’Asp di Catania nel Poliambulatorio di Ramacca, e Filippo Emanuele Natalino Sambataro, cardiochirurgo del Centro Cuore Morgagni di Pedara e presidente del Consiglio Comunale di Paternò. Mentre per Innocenza ‘Barbara’ Rotundi, la sesta indagata, il Gip ha disposto il divieto di esercitare la professione per un anno.

L’inchiesta, iniziata nel 2018, si concentra su dodici casi di presunti falsi invalidi. Le indagini sono state avviate anche grazie alla collaborazione dei dirigenti dell’Inps di Catania e si sono concentrate inizialmente su Rizzo e Blancato che, secondo l’accusa, avrebbero avuto una fitta rete di altri colleghi specialisti: cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi, alcuni di questi dipendenti dell’Asp di Catania. Questi, secondo la Procura in cambio di laute somme di denaro, avrebbero compilato certificazioni mediche alterate o del tutto false.

Gli inquirenti sostengono che gli assistiti venissero istruiti dai medici per accentuare, davanti alle commissioni mediche, le loro patologie, utilizzando anche materiale sanitario come le sedie a rotelle. Questo avrebbe portato all’errore prima la Commissione medica dell’Asp di Catania e poi la Commissione sanitaria dell’Inps. Secondo l’accusa, grazie a questo sistema, gli specialisti avrebbero guadagnato migliaia di euro al mese.

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