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HomeCronaca Censis: Italiani più ansiosi e convinti dell’aumento di razzismo e antisemitismo

Un italiano su due vorrebbe
un uomo forte al potere
I dati del rapporto Censis

Paura anche della violenza sulle donne

Cresce consapevolezza sul razzismo

di Giacomo Andreoli06 Dicembre 2019
06 Dicembre 2019

Un momento della manifestazione 'Stop al razzismo', promossa dal Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta, con un gruppo di immigrati in corteo a Castelvolturno, nel casertano, in risposta alla concomitante manifestazione di Milano "Stop Invasione", organizzata dalla Lega Nord e dal segretario Matteo Salvini, 18 Ottobre 2014. ANSA/ CESARE ABBATE

Il sentimento che più rappresenta gli italiani? L’incertezza. Questa la risposta per il 65% dei nostri connazionali: la crisi economica, l’ansia per il futuro e la sfiducia verso il prossimo hanno contaminato il tessuto sociale del nostro Paese. C’è poi diffusa consapevolezza dell’aumento di razzismo ed antisemitismo e il 48% vorrebbe “un uomo forte al potere”. Questo è il quadro che emerge dal 53° rapporto del Censis sulla situazione sociale dell’Italia, che parla chiaramente di un logoramento degli “stratagemmi individuali di difesa” e di “crescenti pulsioni antidemocratiche”.

Più intolleranza verso le minoranze

Secondo il 69,8% degli italiani nell’ultimo anno sono aumentati gli episodi di intolleranza e razzismo verso gli immigrati. I valori più elevati sono al centro (75,7%) e al sud (70,2%), tra gli over 65 (71%) e le donne (72,2%). Il 50,9% di chi è convinto che ci sia un aumento degli episodi di razzismo li attribuisce alle difficoltà economiche e all’insoddisfazione generale. Il 35,6% pensa invece che siano dovuti all’aumento della paura di essere vittima di reati, il 23,4% ritiene “dai troppi immigrati” e il 20,5% è convinto che gli italiani siano poco aperti e disponibili verso gli stranieri. Per il 58% della popolazione, poi, è in aumento anche l’antisemitismo.

Ansia crescente da smartphone

Dall’indagine emerge anche una crescente “ansia” da smartphone, il cui numero nel 2018 ha superato quello delle tv nel nostro paese: in particolare, nelle case degli italiani, ci sono 43,6 milioni di smartphone e 42,3 milioni di televisori. Il 73,8% dei connazionali possiede un telefonino “intelligente”: il 25,8% di loro non esce di casa senza il caricabatteria, mentre il 50,9% controlla il telefono come primo gesto al mattino o l’ultima attività della sera prima di andare a dormire. Sono stati i giovani under 30 i maggiori consumatori, passando da un’utenza del 26,5% nel 2009 all’86,3% nel 2018. A partire dal 2016 si registra una crescita imponente anche tra i giovani adulti (30-44 anni), fino al 90,3% di oggi.

Paura della violenza sulle donne

Tra gli italiani cresce poi la paura della violenza sulle donne: per il 73,2% del campione si tratta di un problema reale, che mostra come in Italia ci sia ancora una forte disparità tra uomini e donne, mentre il 23,3% è convinto che sia un problema di una piccola minoranza emarginata. Tra il 1° agosto 2018 e il 31 luglio 2019 nel nostro paese ci sono stati 92 omicidi di donne in ambito familiare e affettivo. Le denunce per maltrattamenti contro familiari e conviventi erano 15.626 nel 2017 e, nell’80% dei casi, la parte offesa era una donna. Le violenze sessuali denunciate nel 2018 sono state 4.887, +5,5% in un anno.

Sempre più diplomati e laureati all’estero

Tra il 2013 e il 2017, inoltre, è aumentato – e di molto – il numero di laureati (+41,8%) e quello dei diplomati (+32,9%) trasferiti all’estero. Nel 2017 il 31,1% degli emigrati con almeno 25 anni era in possesso di un titolo di studio di livello universitario e il 53,7% aveva tra i 18 e i 39 anni.

Aumenta l’ambientalismo e rimane la voglia di Europa

Contemporaneamente il rapporto segna un’aumento dell’etica ambientalista negli studenti: per il 73,9% dei 1.012 dirigenti scolastici intervistati è un effetto delle battaglie di Greta Thunberg: il 60,9% di loro ritiene che i propri alunni siano molto sensibili e partecipi delle esperienze che la scuola propone al riguardo. Tra gli italiani, infine, resiste la voglia di Europa: il 62% è convinto che non si debba uscire dall’Unione europea, ma il 25% è favorevole all’Italexit. Se poi il 61% dice no al ritorno della lira, il 24% è favorevole.

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