PECHINO – Scintille tra Cina e Giappone. Il dispiegamento di “armi offensive” nipponiche sulle sue isole a sudovest “vicine alla regione cinese di Taiwan è un deliberato tentativo di creare tensione regionale e provocare uno scontro militare”. Queste la parole della portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning. Dopo “gli errati commenti sulla questione di Taiwan” della premier nipponica Sanae Takaichi, Mao valuta il dispiegamento di armamenti come “uno sviluppo estremamente pericoloso” che “deve suscitare la massima attenzione da parte dei Paesi limitrofi e della comunità internazionale”.
Tensione diplomatica alle stelle
Le tensione diplomatica tra i due Stati non raggiungeva questi livelli dal 2012, quando la Cina rivendicava la sovranità relativa alle isole disabitate Senkau/Diaoyu, amministrate dal Paese del Sol Levante. “Le forze di destra in Giappone stanno conducendo il Paese e la regione verso il disastro”, ha rincarato la portavoce, assicurando che il Dragone “è determinato e in grado di salvaguardare la propria sovranità territoriale nazionale”.
Le contromisure nipponiche alle esercitazioni cinesi
Nessuna smentita dal ministro della Difesa giapponese Shinjiro Koizumi. Domenica 23 novembre ha, infatti, confermato che i piani sui missili terra-aria a medio raggio sull’isola di Yonaguni, a soli 110 km da Taiwan, “procedono nei tempi previsti”. Una contromisura alle esercitazioni militari di Pechino intorno a Taiwan che, negli ultimi tre anni, hanno visto il consistente coinvolgimento di vettori di missili balistici. “Per proteggere in modo adeguato la popolazione, compresi gli abitanti di Yonaguni, è importante rafforzare le nostre capacità di difesa”, ha spiegato sul punto Koizumi.


