L'identikit del boss latitante Matteo Messina Denaro mostrato ai giornalisti dalla polizia di Stato in una foto datata 15 marzo 2010. ANSA/FRANCO LANNINO/DBA

Nuovo colpo per Cosa NostraCaccia ai fiancheggiatoridel boss Messina Denaro

Dall'alba sono in corso perquisizioni nella zona di Castelvetrano e nei comuni

È caccia al boss mafioso Matteo Messina Denaro, l’ultimo padrino di Cosa nostra ancora in libertà. Dall’alba di questa mattina, duecento agenti della Squadra Mobile di Palermo e del Servizio Centrale Operativo, coordinati dalla DDA, stanno effettuando decine di perquisizioni nella zona di Castelvetrano (TP), paese del boss, e nei comuni vicini. Le perquisizioni sono in corso nelle abitazioni, nei magazzini e nelle masserie di una trentina di fiancheggiatori del latitante, per i quali si profila il reato di procurata inosservanza della pena aggravato dall’agevolazione mafiosa. Le indagini per la cattura del superlatitante sono coordinate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido.

Quello di questa mattina è l’ennesimo colpo messo in atto per fare “terra bruciata” intorno all’ultimo padrino di Cosa nostra. Dopo la morte di Riina, Cosa nostra, a parte Denaro, non ha figure carismatiche riconosciute e neppure una cupola, l’organismo di vertice in grado di governare l’organizzazione mafiosa.  Quello di Messina Denaro, quindi, è il primo nome che viene subito accostato alla fase di preparazione alla successione. Il superlatitante sembrerebbe un candidato quotato: appartiene a una generazione più giovane e conosce bene i meccanismi decisionali dell’organizzazione.

Matteo Messina Denaro, annoverato dall’Europol nel 2016 tra i latitanti più pericolosi d’Europa, è in fuga dal 2 giugno 1993, quando fu raggiunto da un mandato di cattura per le stragi di Roma e Firenze. Considerato da molti un fantasma, è l’unico a non essere finito nella rete della giustizia dopo la cattura di Totò Riina e di Bernardo Provenzano. Di lui non si hanno nemmeno foto segnaletiche né impronte digitali.