Seconda settimana di tensioni politiche. Il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un’intervista a La Stampa, ha lanciato un monito contro i logoramenti interni, attaccando Luigi Di Maio. Si protrae anche il duello tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Sul Quirinale, accusa il leader del Carroccio, “qualcuno ha tradito e poi è sparito”. La numero uno di Fratelli d’Italia chiede un patto anti inciucio, altrimenti salta la coalizione. Sullo sfondo resta la partita delle prossime elezioni comunali e i referendum.
La situazione più esplosiva sembra essere quella all’interno del Movimento. Conte, a La Stampa, ha garantito di non lavorare per “distruggere o provocare divisioni”, ma non può tollerare “per il futuro guerre di logoramento interno”. Il tentativo è quello di impedire, dopo le dimissioni del ministro degli Esteri dal Comitato di garanzia del M5s, che si percorra la via delle correnti, che potrebbero destabilizzare il Movimento stesso. Soprattutto in una fase che precede le amministrative in città come Genova, Palermo, Taranto, Parma e Monza. Elezioni dove i 5 stelle non hanno mai avuto grandi risultati, anche nel momento di maggiore stabilità. La strategia potrebbe essere quella di cercare l’intesa con il Partito democratico, dove possibile. Delicata anche la questione dei referendum, di cui si attende il pronunciamento della Corte costituzionale del 15 febbraio. Soprattutto per i quesiti riguardanti l’eutanasia e cannabis, su cui manca una linea ufficiale del Movimento, le prossime settimane saranno determinanti.
I referendum riguarderanno anche la Lega, soprattutto quelli sulla giustizia. Per Salvini, che ha dato la coalizione per “sciolta come la neve al sole”, serve un anno per ricostruire il centrodestra, in previsione delle politiche del 2023. Ma Meloni frena sull’ipotesi di correre insieme. “Vedremo – ha dichiarato la leader di FdI – io non faccio più buon biso a cattivo gioco”. Gelo anche sul progetto repubblicano: “Non ci riguarda”, ha concluso Meloni.
